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Il “Fidelio” di Beethoven apre la stagione d’opera 2024 del teatro Petruzzelli

“Fidelio” di Ludwig van Beethoven, per la regia di Joan Anton Rechi, aprirà questa sera la stagione d’opera 2024 del teatro Petruzzelli. Questa sera alle 19.00, nel foyer del Teatro Petruzzelli, il musicologo Stefano Catucci terrà la Conversazione sull’Opera dedicata a Fidelio. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. A dar vita allo spettacolo Modestas…
Foto di Michele Crosera

“Fidelio” di Ludwig van Beethoven, per la regia di Joan Anton Rechi, aprirà questa sera la stagione d’opera 2024 del teatro Petruzzelli.

Questa sera alle 19.00, nel foyer del Teatro Petruzzelli, il musicologo Stefano Catucci terrà la Conversazione sull’Opera dedicata a Fidelio. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.

A dar vita allo spettacolo Modestas Sedlevičius (Don Fernando), Vito Priante (Don Pizzarro), Jörge Schneider (Florestan), Helena Juntunen (Leonore), Tillman Rönnebeck (Rocco), Francesca Benitez (Marzelline), Pavel Kolgatin (Jaquino), Vincenzo Mandarino (Primo prigioniero), Gianfranco Cappelluti (Secondo prigioniero).

L’allestimento scenico della Fondazione Teatro La Fenice sarà in replica domenica 28 gennaio alle 18.00, martedì 30 gennaio alle 20.30, giovedì primo febbraio alle 18.00.

Fidelio è l’unico lavoro teatrale realizzato da Beethoven. Nel 1804 il compositore rimase affascinato da Léonore ou l’amour conjugal di Jean-Nicolas Bouilly.

Il lavoro beethoveniano, cosi come lo conosciamo, è arrivato in tre versioni, ognuna molto diversa dalla precedente, ma solamente la prima e la terza sarebbero da considerarsi come “ufficiali”. In ogni caso, la versione originaria (quella che poi verrà considerata come la prima) del Singspiel in tre atti (nella seconda e terza versione gli atti poi furono ridotti a due), presentata il 20 novembre 1805 al Theater an der Wien non portava il titolo di Fidelio, titolo quest’ultimo inserito dall’autore solo per la terza e definitiva versione, bensì quello di Leonore. Leonore oder die eheliche Liebe (Op. 72) (Leonora ossia l’amor coniugale) non incontrò il favore del pubblico tanto che Beethoven fu costretto a ritirare l’opera.

Il compositore così descriveva la sua opera: «Di tutte le mie creature, il Fidelio è quella la cui nascita mi è costata i più aspri dolori, quella che mi ha procurato i maggiori dispiaceri. Per questo è anche la più cara; su tutte le altre mie opere, la considero degna di essere conservata e utilizzata per la scienza dell’arte».

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