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Il dopo Berlusconi in Puglia, diaspora per Forza Italia. Sarà fuga verso FdI e centristi

La morte di Berlusconi potrebbe abbattersi come un macigno sul futuro di Forza Italia in Puglia, col partito che rischia di frantumarsi. Uno scenario apocalittico come conferma il termometro incandescente del gruppo regionale azzurro spaccato in due come una mela con due fazioni che si combattono silenziosamente a colpi di cannone. Su due fronti opposti…

La morte di Berlusconi potrebbe abbattersi come un macigno sul futuro di Forza Italia in Puglia, col partito che rischia di frantumarsi. Uno scenario apocalittico come conferma il termometro incandescente del gruppo regionale azzurro spaccato in due come una mela con due fazioni che si combattono silenziosamente a colpi di cannone.

Su due fronti opposti le correnti che fanno capo ai parlamentari Tajani e Ronzulli. In dettaglio i consiglieri Paolo Dell’Erba e Massimiliano Di Cuia sono legati al ministro Antonio Tajani e al deputato Mauro D’Attis, mentre Paride Mazzotta e Napoleone Cera fanno capo alla corrente del viceministro Francesco Sisto e Licia Ronzulli.

La guerra scoppiò alcuni mesi fa come propaggine della lite nazionale fra Marta Fascina, compagna del Cavaliere, e Licia Ronzulli, ex pupilla di Berlusconi. Lo scontro provocò un vero e proprio tsunami ridefinendo gli equilibri in tutte le regioni. Il caso pugliese, del resto, ne è la riprova avendo offerto già nei mesi scorsi un assaggio del clima di guerriglia interna. I primi focolai già alle politiche di settembre 2022 quando scoppiò, fra gli altri, il caso Potenza, il sindaco di Apricena rimasto fuori della lista di Forza Italia su input della Ronzulli che candidò Giandiego Gatta, poi eletto, e Marcello Lanotte, quest’ultimo estromesso per un pugno di voti, peraltro contestati, da Vito De Palma.

Lo strappo s’è riverberato sulle provinciali a Foggia di gennaio 2023 con il candidato presidente di centrodestra Gatta impallinato per vendetta dal sindaco Potenza e dal consigliere regionale Dell’Erba che appoggiarono il primo cittadino di Vieste Nicoletti del centrosinistra poi effettivamente eletto. Uno sgambetto che spinse D’Attis a espellere Dell’Erba. Quest’ultimo rimase al suo posto e fu accolto a braccia aperte dal capogruppo regionale Mazzotta (vicino a Ronzulli) che ignorò la scomunica di D’Attis. Nel frattempo scoppiava in Consiglio regionale la questione del segretario d’aula, il posto vacante da riempire dopo le dimissioni di Gatta per l’elezione in Parlamento. Uno strapuntino che tecnicamente spettava al consigliere regionale Napoleone Cera (Ronzulli), ma in realtà rimasto in sospeso per le grane interne del centrosinistra, ma soprattutto per le frizioni del gruppo azzurro in Puglia. L’ultimo strappo la vittoria del centrodestra a Brindisi con D’Attis che forte del risultato ha sollevato dall’incarico Mazzotta da coordinatore provinciale di Lecce nominando al suo posto Andrea Caroppo. Un quadro confuso che rischia di esplodere determinando un fuggi fuggi generale. I forzisti pugliesi valuteranno il da farsi a breve, c’è chi potrebbe accasarsi in Fratelli d’Italia o, ipotesi più concreta, optare per una lista civica dell’area Emiliano o nell’intergruppo di centro in via di costituzione.

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