(Adnkronos) – Il credito specializzato nei primi tre mesi del 2022 ha superato i livelli pre-pandemia, nonostante le incertezze generate dal contesto geopolitico e le tensioni macro-economiche. Il raffronto della nuova produzione con lo stesso periodo del 2019 evidenzia, infatti, una variazione positiva del +7,7%. I diversi comparti, tuttavia, mostrano trend differenti: a fronte di una decisa crescita del valore dello stipulato nel mercato del leasing, si registra una crescita più contenuta del turnover per il factoring e delle erogazioni di credito alle famiglie. E’ quanto emerge dall’analisi annuale, giunta alla 15esima edizione, dei dati aggregati relativi al credito specializzato, effettuata dalle tre associazioni di categoria (Assifact, Assilea e Assofin), cui aderiscono le banche e gli intermediari finanziari rispettivamente attivi nel settore del factoring, del leasing e del credito alle famiglie.
Nel 2021, nel contesto di ripresa che ha caratterizzato il paese, con il Pil annuale che ha segnato un +6,6%, l’attività degli Associati delle tre Associazioni di categoria (Assifact, Assilea e Assofin), pari a 365,4 miliardi di euro in termini di volume, ha segnato un aumento dell’11,9% rispetto al 2020, incrementando la sua quota sul Pil (20,6%, era 19,8% nel 2020). La crescita è più marcata per il leasing (+25,6%), ma anche il credito alle famiglie (+13,4%) e il factoring (+10,0%) evidenziano incrementi a doppia cifra. I crediti in essere complessivi a fine 2021 si attestano a circa 503,3 miliardi di euro e tornano in territorio appena positivo (+0,4%), dopo il calo del 2020. Nel 2021 in ciascun settore si riscontra, tuttavia, un trend differente, che risulta in miglioramento per il factoring (+5,5%) e per il credito alle famiglie (+1.3%), mentre il leasing ha chiuso l’anno con una riduzione dell’8,3% dello stock. Nonostante il 67,8% dei flussi totali di credito provenga dagli operatori specializzati e il 32,2% dalle banche generaliste (Fig.1), il 59,8% del totale outstanding è detenuto dalle banche generaliste, quota sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente.
La nuova produzione di credito specializzato nel 2021 rappresenta il 26,8% degli impieghi totali di banche e intermediari finanziari, quota significativa e sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente. Attraverso le forme di credito specializzato sono stati finanziati l’8,1% degli investimenti delle imprese e l’8,5% della spesa delle famiglie, quote entrambe in crescita rispetto all’anno precedente. “Il credito specializzato conferma il suo ruolo di particolare importanza nell’ambito dell’economia italiana, cruciale anche per la ripresa del Paese, assicurando, attraverso i diversi comparti che lo compongono, strumenti flessibili a supporto delle esigenze di imprese e famiglie”, si legge nell’analisi.