ROMA (ITALPRESS) – Il 92% degli italiani è preoccupato dal cambiamento climatico e l’82% reputa necessario accelerare la transizione EcoDigital, anche con misure drastiche, per raggiungere gli obiettivi ambientali e climatici che le Nazioni Unite e l’UE chiedono ai rispettivi Stati membri. Il 71% ritiene assolutamente prioritario contenere l’aumento delle temperature entro i 2 gradi. Si conferma la necessità che i grandi impianti solari siano dislocati sulla copertura di grandi edifici come centri commerciali e stazioni ferroviarie (44%, +5%), oppure a terra ma solo in aree agricole senza valore naturalistico (22%). L’84% (+6%) ritiene importante per l’Italia incentivare l’eolico offshore e il 58% lo giudica positivo a patto che si rispetti la fauna marina, che si salvaguardino le rotte degli uccelli migratori e che si sostenga l’economia locale.
E’ questa la fotografia che emerge dal 20° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la Green&Blue economy” con focus su “Indipendenza energetica e cambiamenti climatici” realizzato dalla Fondazione UniVerde e da Noto Sondaggi, i cui dati sono stati divulgati oggi nel corso del convegno “Mediterranean Day: le best practice Made in Italy per la tutela del mare” organizzato con la Main partnership di Renexia e trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale. L’evento è stato promosso nell’ambito dell’Agenda ufficiale delle iniziative che celebrano l’odierna Giornata del Mediterraneo, istituita dall’Unione per il Mediterraneo. Media partners: Radio Radicale, Askanews, Italpress, La Notizia, TeleAmbiente, Canale Energia, Opera2030.
Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde: “Il 92%, la quasi totalità degli italiani, è preoccupato per il cambiamento climatico. Un’emergenza drammaticamente collegata al disastro di Ischia, come anche all’alluvione nelle Marche e al fiume di acqua e fango a Formia. Per il 76% degli italiani è prioritario aumentare la produzione da fonti rinnovabili, in particolare solare ed eolico offshore, per garantire energia al Paese senza aggravare ulteriormente la crisi climatica. Nonostante la propaganda a favore di un nucleare cosiddetto ‘pulitò, oltre l’80% ritiene che questa energia non sia la risposta al climate change. Considerato anche lo scandaloso fallimento della COP27, chiediamo al Governo un impegno per favorire la transizione energetica ed EcoDigital, come richiesto dagli italiani, evitando di impantanare Parlamento e Paese in un dibattito su centrali nucleari o trivellazioni petrolifere che ha già fatto perdere anni importanti all’Italia, invece di farla affermare quale leader delle rinnovabili e della green&blue economy”.
Riccardo Toto, Direttore Generale di Renexia, sottolinea: “Con Renexia abbiamo creato un nuovo modello di imprenditoria: un metodo basato sull’inclusività e la sostenibilità e questo comporta il rispetto dei territori e la condivisione con le economie locali di ogni progetto; sin dalla nascita, come nel caso di MedWind, il primo parco eolico offshore flottante del Mediterraneo di grandi dimensioni. La ricerca presentata oggi mostra l’importanza di un dialogo continuo anche con i cittadini, che dimostrano di avere una consapevolezza crescente sul ruolo delle energie da fonti pulite. E’ un percorso importante che tutti gli addetti ai lavori devono sostenere per ottenere un consenso diffuso e partecipativo alla transizione energetica”.
Dopo il saluto di benvenuto da parte di Esma Cakir, Presidente dell’Associazione Stampa Estera in Italia, è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione a Ischia. A seguire, i dati del 20° Rapporto sono stati presentati da Antonio Noto, Direttore di Noto Sondaggi. Cresce costantemente la quota degli italiani sicura che il mercato dell’energia del futuro andrà verso le rinnovabili, arrivando al 90% (+6% rispetto alla precedente rilevazione e ben +26% negli ultimi 6 anni). E’ in aumento il consenso degli italiani per quanto riguarda la messa in opera di grandi impianti eolici, sia dislocati sulle colline (76%) che a mare (off-shore) ma lontani e invisibili dalla costa (39%). In un videomessaggio di sostegno all’iniziativa, Tatjana Hema (Coordinatrice United Nations Environment Programme, Mediterranean Action Plan – UNEP-MAP) ha ricordato che “per quanto riguarda i rifiuti marini e i rifiuti generati dal trasporto via mare, l’ecologizzazione del trasporto marittimo è una delle priorità dell’UNEP-MAP. Sarebbe opportuna una riflessione sul controllo delle emissioni di NOx nell’area mediterranea. In particolare, ci aspettiamo che nel mese di dicembre l’International Maritime Organization (IMO) approvi il Mediterraneo come area di controllo delle emissioni di anidride solforosa, a seguito del successo dei negoziati e dell’accordo dei contraenti della Convenzione di Barcellona”.
In occasione del convegno, moderato da Valerio Rossi Albertini (Primo ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche e divulgatore scientifico), sono state presentate le best practice made in Italy per la difesa del mare.
Michele D’Amico (Direttore Generale LogiProject) ha presentato le soluzioni di logistica e trasporto del player LogiProject che racchiude in un’unica sigla l’esperienza di MSC Sicilia, la professionalità di Portitalia e la competenza di Progetto Contract, tre realtà affermate e consolidate nel mercato della logistica e dello shipping. La best practice presentata è la capacità logistica che consente di accompagnare i progetti in campo eolico offshore. Non solo trasporto o messa in mare, ma anche progettazione, analisi, rilievi, autorizzazioni passando per operazioni portuali, lavori edili e opere civili, fino all’interconnessione alla rete.
Lorenzo Barone (Direttore Generale Castalia) ha illustrato l’efficienza della flotta in capo alla società consortile che raggruppa 33 aziende italiane specializzate nel settore marittimo ambientale che operano nel mare territoriale e offshore. Castalia è attiva da oltre 30 anni in Italia e all’estero, con lo scopo di tutelare e salvaguardare l’ambiente marino. Le attività principali che vedono impegnato il Consorzio Castalia riguardano l’antinquinamento, le bonifiche ambientali di acque, fondali e litorali oltre che il recupero di rifiuti tossici e nocivi dal fondo marino. La best practice presentata è un sistema antinquinamento, il floating marine litter collector, composto da barriere galleggianti che consentono di catturare le plastiche lungo il corso dei fiumi, prima che esse raggiungano il mare.
Ferdinando Esposito (Direttore Tecnico Marnavi) ha presentato la best practice del dissalatore mobile marino che, a differenza dei dissalatori fissi, consente di rifornire di acqua potabile sostenibile, le isole minori e i comuni costieri che hanno problemi di approvvigionamento idrico. La tecnologia presentata consente di evitare il devastante cuneo salino dovuto allo scarico concentrato di salamoia in un singolo punto, tipico degli impianti fissi. La salamoia viene riversata gradualmente in mare durante la navigazione. Marnavi è una compagnia di navigazione che, da oltre 100 anni, opera nel mercato mondiale dei trasporti, con una flotta costituita da 38 unità di recente costruzione.
All’evento, sono inoltre intervenuti: Livio de Santoli (Prorettore alla sostenibilità, Sapienza Università di Roma); Roberto Danovaro (Professore Ordinario, Università Politecnica delle Marche); Rosalba Giugni (Presidente Marevivo); Salvatore Quinci (Sindaco Mazara del Vallo) che ha sottolineato il ruolo attivo e propositivo delle comunità locali alla transizione energetica.
-foto ufficio stampa Fondazione Univerde-
(ITALPRESS).
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