Dare sollievo a allegria a tanti piccoli pazienti è l’obiettivo dell’associazione Vivere a Colori OdV che in questo mese ritorna in corsia con i clown volontari. Grazie all’approvazione della direzione sanitaria è consentito l’accesso all’interno delle strutture ospedaliere e dopo due anni si ritorna in presenza ma con dovute accortezze. Nell’ultimo periodo il servizio di è stato riattivato anche presso i centri minori e disabili, mentre le case di cura sono ancora inaccessibili a causa delle fragilità degli ospiti anziani. Sono venti le strutture sociali del barese con cui collabora l’associazione nata nel 2016. Attualmente svolgono un servizio settimanale al Giovanni XXIII, mentre nei weekend sono impegnati al Policlinico. Successivamente l’associazione avrà la possibilità di ripercorrere anche le corsie dei reparti dell’ospedale San Paolo.
Eppure la conferma del «ritorno in presenza in corsia» per Cinzia Marulli, presidente dell’associazione di clownterapi, è una vera e propria nuova pagina da tornare a scrivere insieme ai 50 volontari di Vivere a colori OdV dopo il tragico periodo pandemico. Le attività si sono svolte a distanza, online attraverso la creazione di contenuti social prodotti dai clown, come telegiornali buffi e allegri, per dare compagnia, seppur a distanza a bambini e anziani.
In previsione del Natale l’associazione Vivere a colori è in attesa di un programma in collaborazione con le amministrazioni locali. Intanto è promosso il progetto di un calendario in cui i clown, per ogni mese dell’anno, sono i protagonisti delle foto sullo sfondo dei monumenti e degli scorci del centro storico di Bari. La vendita dei calendari ha l’obiettivo di raccogliere fondi per l’acquisto di un pulmino. Nei reparti degli ospedali, infatti, sono ricoverate persone di altre regioni italiane e nazionalità che spesso necessitano di un sostegno semplicemente logistico.
«Desideriamo che un pulmino colorato spesso – spiega Cinzia Marulli – possa girare per la città sensibilizzando la cittadinanza al volontariato e alla bellezza del donarsi al prossimo. Tornerà utile, inoltre per le missioni umanitarie all’estero o per accompagnare qualche paziente in ospedale. Le famiglie dei pazienti ci chiedono un aiuto negli spostamenti ed è capitato numerose volte di aiutarli soltanto con i nostri mezzi privati».