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Golpe in Niger, nasce il ‘Consiglio di resistenza’ per il ritorno di Bazoum

(Adnkronos) - In Niger è nato un "Consiglio di resistenza per la Repubblica" (Crr). La sua creazione è stata annunciata da Rhissa Ag Boula, ex ministro presso la presidenza del Niger ed ex ribelle Tuareg, con l'obiettivo di ripristinare l'ordine costituzionale, reinsediare il presidente deposto Mohamed Bazoum e arrestare il leader golpista Abdourahmane Tchiani. Il Crr…

(Adnkronos) – In Niger è nato un “Consiglio di resistenza per la Repubblica” (Crr). La sua creazione è stata annunciata da Rhissa Ag Boula, ex ministro presso la presidenza del Niger ed ex ribelle Tuareg, con l’obiettivo di ripristinare l’ordine costituzionale, reinsediare il presidente deposto Mohamed Bazoum e arrestare il leader golpista Abdourahmane Tchiani. 

Il Crr ha condannato la creazione della giunta militare, il “Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria” (Cnsp), ne ha criticato “il rifiuto categorico” a “instaurare un dialogo costruttivo” e ha denunciato “l’uso di civili come milizie e la tentazione di ricorrere a mercenari, criminali di guerra sotto il nome del gruppo Wagner”. Contestando “le dittature militari nella regione”, il Crr si è detto convinto della “necessità di mobilitare tutti i democratici veri per bloccare questo progetto disastroso di instaurare in Africa e in Niger un modello di governo lontano da ogni forma di democrazia e libertà”. 

Un comunicato afferma che “alle prime ore del 26 luglio 2023 il nostro Paese è stato vittima di una tragedia orchestrata da coloro” che avrebbero dovuto proteggere il Niger. L’accusa a Tchiani è di aver giustificato “l’irruzione sulla scena politica con pretesti fallaci e grotteschi collegati a governance e gestione della sicurezza”. L’appello ai “soldati che rispettano il giuramento fatto e alla popolazione è a porre fine all’ammutinamento e procedere, senza indugi, all’arresto del generale Tchiani”. Il Crr afferma di sostenere le iniziative dell’Ecowas, anche l’opzione militare, “per garantire il ritorno all’ordine costituzionale in Niger” e si dichiara a “completa disposizione”. 

La giunta che ha preso il potere in Niger a fine luglio ha rifiutato il visto di ingresso a una delegazione dell’Ecowas e dell’Unione africana e dell’Onu, in arrivo oggi a Niamey, denunciando “ragioni di sicurezza per i membri della missione”. Le sanzioni e la minaccia di invasione dell’Ecowas ha provocato rabbia nell’opinione pubblica. Per questo la delegazione diplomatica non può essere ospitata nel Paese con calma e in sicurezza. I confini del Niger sono chiusi, si è precisato. Mali e Burkina Faso hanno chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di evitare l’inizio dell’azione militare contro i golpisti anticipata dall’Ecowas. Questa organizzazione ha reso noto di “aver preso atto” della decisione di Niamey e di voler continuare a “mettere in campo tutte le risorse necessarie” per il ritorno all’ordine costituzionale nel Paese.  

Il Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (Cnsp), formato dai militari golpisti in Niger, ha accusato la Francia di aver liberato “16 leader terroristi” arrestati a giugno dall’esercito nigerino. In una dichiarazione, il Cnsp ha denunciato che “l’esercito francese ha effettuato la scorsa notte in Niger un’operazione clandestina per liberare 16 leader terroristi”. 

 

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