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Giochi del Mediterraneo, gli sherpa al lavoro ma resta il nodo Comitato

Lo strappo che si è prodotto dopo il vertice di due giorni fa, quando il presidente pugliese Michele Emiliano ha duramente contestato il nuovo modello di governance del Comitato organizzatore proposto dal Governo, mette a rischio i Giochi del Mediterraneo in programma a Taranto nel 2026. Ecco perché, poche ore dopo la lettera al vetriolo…

Lo strappo che si è prodotto dopo il vertice di due giorni fa, quando il presidente pugliese Michele Emiliano ha duramente contestato il nuovo modello di governance del Comitato organizzatore proposto dal Governo, mette a rischio i Giochi del Mediterraneo in programma a Taranto nel 2026. Ecco perché, poche ore dopo la lettera al vetriolo con cui Emiliano ha contestato al ministro Andrea Abodi di scrivere «sotto dettatura» del collega Raffaele Fitto, i pontieri si sono subito messi al lavoro. L’obiettivo è quello di ridurre la distanza tra le parti in vista del nuovo summit in programma oggi: un’impresa difficile ma necessaria per evitare che Taranto e la Puglia rinuncino a una prestigiosa vetrina internazionale come quella dei Giochi.

La situazione è nelle mani dei capi di gabinetto di Emiliano, Fitto e Abodi. Sono Giuseppe Catalano per il governatore pugliese, Ermengilda Siniscalchi per il ministro degli Affari europei e Massimiliano Atelli per il ministro dello Sport a portare avanti una trattativa che ha sostanzialmente un obiettivo: trovare un accordo sulla nuova governance del Comitato organizzatore, in modo tale consentire la presentazione del masterplan e l’avvio dei lavori senza ulteriori perdite di tempo.

Il nodo da sciogliere è la scarsa fiducia che Governo e Coni nutrono nei confronti del Comitato organizzatore al quale imputano i ritardi accumulati negli ultimi quattro anni. Più precisamente, Governo e Coni non vogliono saperne di accollarsi gli oneri fin qui assunti da Regione Puglia e Comune di Taranto. Di qui l’idea balenata durante il vertice romano di mercoledì: rottamare il “vecchio” Comitato organizzatore, facendone una sorta di “bad company”, e lasciare al nuovo Comitato la gestione delle attività.

Insomma, il Governo, che per i Giochi di Taranto ha impegnato complessivamente circa 300 milioni erogandone finora una ventina, non vuole che questo tesoretto sia amministrato da chi, a suo dire, in quattro anni ha accumulato soltanto ritardi. Di avviso completamente opposto Emiliano, pronto a tutto pur di arginare le “invadenze” del Governo e di dimostrare all’Italia e al mondo che la Puglia è all’altezza di una manifestazione prestigiosa come i Giochi del Mediterraneo.

Si vedrà. Nel frattempo scendono in campo anche i parlamentari pugliesi del Partito democratico. Claudio Stefanazzi, Ubaldo Pagano, Marco Lacarra e Francesco Boccia hanno scritto ai prefetti di Taranto, Brindisi e Lecce lamentando lo «sgarbo istituzionale» fatto dal Governo e manifestando «apprensione» per l’eventualità che la Puglia perda la grande chance dei Giochi. Di qui la richiesta di convocare «un tavolo che riunisca tutti i rappresentanti istituzionali degli enti interessati, al fine di consegnare ai ministri competenti ogni contributo e utile sforzo alla effettiva celebrazione dei Giochi».

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