(Adnkronos) – “Le esportazioni italiane in Russia nei primi otto mesi dell’anno si sono ridotte del 20%, e questo è comprensibile, ma le esportazioni dalla Russia verso l’Italia sono cresciute del 120%”. Così l’ambasciatore russo a Roma, Sergei Razov, al termine del Forum economico eurasiatico di Baku, osservando che “questa cosa sembra strana, ma anche questo è spiegabile, perché per il 75% rappresenta le esportazioni di petrolio, gas e derivati. Ma le forniture di gas si sono ridotte del 30% e questo riguarda anche il petrolio. Allora perché questo incremento?”.
L’ambasciatore russo parla anche del premier meloni: “No a valutazioni rigide e affrettate”. E dice di voler “studiare in modo approfondito” il discorso fatto al Parlamento prima di dare un giudizio sul nuovo governo. “Non bisogna dare oggi delle valutazioni rigide – ha detto il diplomatico – C’è appena stato il voto di fiducia, non mi precipiterei a fare delle valutazioni. Un conto sono le dichiarazioni rigide in campagna elettorale, che sono anche comprensibili per gli interessi che si hanno, un’altra la vita quotidiana che è molto più complessa”.
L’ambasciata studia le dichiarazioni fatte in Parlamento e guarda con attenzione anche ai primi contatti avuti dalla Meloni nei giorni scorsi, le telefonate con Joe Biden, Jens Stoltenberg, con Zelensky, “ma penso che bisogna aspettare”, insiste Razov. Che poi torna ad assicurare: “Noi siamo pronti a continuare i contatti nella situazione turbolenta attuale con il governo eletto dal popolo italiano, il risultato di queste elezioni è incontrovertibile, il 43% ha votato per la coalizione di centrodestra, il risultato è chiaro, confidiamo di poter continuare a cooperare per quanto possibile”.
A Baku, a margine del XV Forum economico eurasiatico, c’è stato un incontro tra gli imprenditori italiani ed il vice premier russo, Andrey Belousov. Secondo Razov si è trattato di un incontro “molto utile e concreto di cooperazione economica e commerciale”. L’ultimo incontro di questo tipo, ha ricordato, risale al 26 gennaio scorso, un mese prima dell’inizio della guerra in Ucraina, quando il presidente Vladimir Putin si era collegato in videoconferenza con gli ad delle principali aziende italiane in Russia: “Da allora – ha sottolineato – non c’erano più stati incontri di collaborazione concreta”.
Quello che è emerso, secondo Razov, è che “qualcuno aspetta che finiscano le turbolenze sul mercato russo dove hanno lavorato per decenni con reciproca soddisfazione, ma la maggioranza assoluta è assolutamente intenzionata a rimanere sul mercato russo, nonostante le difficoltà, comprendendo che se adesso se ne vanno, queste nicchie verranno coperte da altri partner che sono interessati e che tornare sarà più difficile”.
“Le crisi vanno e vengono, gli interessi restano e gli interessi italiani e russi sulle questioni più importanti sono paralleli o coincidono”, è la convinzione ribadita da Razov, facendo suo l’appello lanciato ieri dall’ex premier Romano Prodi, collegato con l’evento, “a guardare avanti, perché il futuro è più importante dell’oggi”.
“Le crisi vanno e vengono e prima o poi si supererà anche questa crisi – ha ripetuto il diplomatico – Qualsiasi conflitto armato prima o poi termina con un accordo di pace e prima o poi ci sarà la pace anche alla fine di questo conflitto” in Ucraina.