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Foggia, Lia Azzarone prima donna a dirigere il Consiglio comunale: «Una rivoluzione rosa»

Lia Azzarone è da anni impegnata in politica: sempre dalla stessa parte, nel Partito democratico in cui milita fin dalla fondazione nel 2008, ricoprendo incarichi di primo piano e diventando segretaria provinciale prima e presidente regionale oggi. Da due giorni è a capo del consiglio comunale di Foggia. La prima donna sindaco della città e…

Lia Azzarone è da anni impegnata in politica: sempre dalla stessa parte, nel Partito democratico in cui milita fin dalla fondazione nel 2008, ricoprendo incarichi di primo piano e diventando segretaria provinciale prima e presidente regionale oggi. Da due giorni è a capo del consiglio comunale di Foggia.

La prima donna sindaco della città e prima donna alla guida delle assise cittadina. La svolta rosa non è un fuoco di paglia?

«No, semplicemente perché il cambiamento non si può fermare. Abbiamo dovuto aspettare quasi 80 anni per avere la prima sindaca donna di Foggia e la prima presidente donna del consiglio. Questi non sono affatto aspetti formali, ma veri e propri esempi e un grande gesto di maturità da parte dei foggiani che hanno saputo vincere quei pregiudizi che spesso anche in politica la fanno da padrona. Abbiamo interpretato la voglia di riscatto dei cittadini che hanno voluto una svolta a 360 gradi. Ora ci tocca ripagarla onorando al meglio».

Che vuole dire dirigere i lavori di un consiglio che deve riscattarsi dalla precedente brutta parentesi mafiosa?

«Credo che la sobrietà mostrata da tutti i consiglieri comunali nella prima seduta, rispetto all’analoga del 2018, sia stata significativa. L’ardore politico non deve farci dimenticare che il Consiglio è assimilabile a un luogo sacro, che, appunto, è stato già profanato con lo scioglimento. Quella mafiosa non la definirei parentesi, ma una minaccia costante – come ci ribadiscono le classifiche – a cui tutto il consiglio deve prestare attenzione: per questo siamo chiamati tutti a un surplus di scrupolosità e di controllo. E a non abbassare mai la guardia».

Presidente del consiglio di un capoluogo di Provincia che resta agli ultimi posti in Italia, cosa può fare questo consiglio per scrivere un’altra storia?

«Le partite aperte sono tante: dal Pnrr all’aeroporto Gino Lisa, dal sistema welfare alla cultura e all’attrattività, solo per citare qualche esempio. Le risorse europee a disposizione del Comune potranno portarci davvero a disegnare un’altra città, con una nuova visione, seppur dopo un lungo periodo di commissariamento che non ha permesso una programmazione condivisa di una parte consistente dei fondi».

Chiusa la competizione comunale si apre quella provinciale, si esclude una sua candidatura e il Pd che partita giocherà?

«Ho preso un impegno con la Città di Foggia ed è una mia precisa volontà rispettarlo. Il Pd dimostra di essere in buona salute e di essere un collante imprescindibile per le coalizioni: il modello Foggia, in fondo, ne è una riprova».

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