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Ferro: “Con Meloni sul Sud cambio rotta, in lotta a mafia nessun arretramento”

(Adnkronos) - Con “il governo Meloni” è stato “tracciato un cambiamento di rotta per il Sud”, come dimostra, fra l’altro, “l’abolizione del reddito di cittadinanza”, l’istituzione di “una Zes per l’intero mezzogiorno”, la prospettiva di “renderlo hub energetico” delle “fonti di approvvigionamento” del Nord Africa e dell’Est del Mediterraneo. Ma a dimostrare la nuova vitalità…

(Adnkronos) – Con “il governo Meloni” è stato “tracciato un cambiamento di rotta per il Sud”, come dimostra, fra l’altro, “l’abolizione del reddito di cittadinanza”, l’istituzione di “una Zes per l’intero mezzogiorno”, la prospettiva di “renderlo hub energetico” delle “fonti di approvvigionamento” del Nord Africa e dell’Est del Mediterraneo. Ma a dimostrare la nuova vitalità del Sud è anche il settore turistico, con dati che “certificano un turismo sempre in maggiore crescita al Sud”, mentre l’impegno del governo Meloni si manifesta anche con l’avvio di iniziative sull’immigrazione per “decongestionare la Sicilia e la Calabria”. E se la Calabria, pochi giorni fa, ha fatto parlare di sé per il manifesto funebre del sindaco di Petilia Policastro (Kr) per commemorare uno degli assassini di Lea Garofalo, “episodio inaccettabile”, a tre giorni dalla commemorazione dalla strage di via D’Amelio ciò che si può dire con certezza è che il governo non darà “alcun segnale di arretramento nella lotta alla criminalità organizzata”, anche per questo “non è un tema in discussione” l’ipotesi di modificare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Non ci sono tentennamenti nell’analisi che il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro (FdI), in una conversazione con l’AdnKronos, fa degli effetti che l’azione del governo Meloni, a poco meno di un anno dalla sua nascita, sta producendo sul Sud del nostro Paese.  

“Il governo Meloni – esordisce Ferro – ha tracciato un cambiamento di rotta per il Sud, a partire dal segnale importante dell’abolizione reddito di cittadinanza. Le prospettive di sviluppo del Mezzogiorno non possono essere nell’assistenzialismo di Stato. Avere un Sud libero e non ricattabile, in cui i giovani abbiano reali prospettive di lavoro, può ottenersi soltanto creando occupazione, sviluppando infrastrutture moderne, garantendo la sicurezza sociale e la qualità della vita. Penso ad esempio alla grande sfida che ci pone oggi l’emergenza energetica, un’opportunità straordinaria da non perdere per rendere il Mezzogiorno protagonista della transizione energetica ed ecologica. Per le sue caratteristiche geografiche si può puntare sul Sud come hub energetico per convogliare le ingenti fonti di approvvigionamento primarie che vengono dal Nord Africa e dall’Est del Mediterraneo, così come in una terra di sole e di vento possono fare la differenza le fonti rinnovabili”.  

“Poi – sottolinea il Sottosegretario – introdurre procedure semplificate e tassazione agevolata per le imprese che investono e operano nelle aree del sud, creando occupazione vera. E su questo è estremamente positiva l’iniziativa sostenuta dal presidente Giorgia Meloni e dal ministro Raffaele Fitto di istituire una Zona economica speciale per l’intero Sud Italia, che consentirà di dare alle imprese un quadro di misure certe e stabili e per programmare gli interventi in una prospettiva di lungo termine. L’obiettivo è rendere più competitivi i territori del Sud consentendo in maniera stabile e duratura di sburocratizzare le procedure per semplificare le autorizzazioni e ottenere agevolazioni fiscali e contributive. In questa direzione è anche importantissima la volontà del governo di rendere permanente la misura della decontribuzione Sud”.  

Ferro si sofferma, quindi, sul tema migranti, vissuto ogni giorno come un’emergenza dalla Sicilia e dalla Calabria. “L’obiettivo principale della dichiarazione dello stato di emergenza sui migranti e la nomina di un commissario, il prefetto Valenti – osserva -, è proprio quello di decongestionare la Sicilia e la Calabria, regioni in cui la situazione degli hotspot è al limite. Non è giusto che ci siano pochi territori costretti a sopportare, da soli, un impatto così forte dell’ondata migratoria, che mette sotto pressione le Prefetture, le amministrazioni comunali, ma anche gli operatori sanitari e le Forze dell’Ordine, costretti a turni massacranti e a condizioni di lavoro rischiose. Anche per questo si sono introdotte misure dirette a snellire le procedure e accelerare l’iter per valutare chi ha diritto ad essere accolto e chi deve essere rimpatriato”. “Poi è evidente che la pressione migratoria non può essere risolta soltanto a livello nazionale, ma intervenendo innanzitutto sulle ragioni che spingono decine di migliaia di persone ad attraversare il mare nella speranza di una vita migliore. La presidente Meloni ha fin dal suo insediamento avviato una intensa attività di relazioni internazionali volta a rafforzare la cooperazione con i paesi di origine e di transito per limitare le partenze e garantire il diritto di quei popoli a non emigrare”.  

Che il Sud stia dando segnali di risveglio, poi, ad avviso del sottosegretario Ferro lo dimostrano anche i dati sul turismo. “I dati – sottolinea – certificano un turismo sempre in maggiore crescita al Sud, dove si sono quasi raggiunti i livelli pre-pandemia. Per il 2023 in Calabria sono previste oltre 6,5 milioni di presenze, con un aumento del 5,6 per cento della spesa turistica. Ma la crescita riguarda tutte le regioni del Sud. Ci sono ancora ampi margini di miglioramento, a partire dal costo dei collegamenti aerei, alla promozione dell’identità territoriale, alla necessità di formare sempre più professionalità da impiegare nel settore”.  

Idee chiare anche sul manifesto funebre comparso pochi giorni fa a Petilia Policastro, in provincia di Crotone, con il quale il sindaco e l’amministrazione comunale (prima di fare marcia indietro) hanno commemorato uno degli assassini della testimone di giustizia Lea Garofalo, uccisa dalla ’ndrangheta. “Mi ha molto colpito la partecipazione dell’Amministrazione comunale al lutto per la morte di uno degli assassini di Lea Garofalo – osserva Ferro -, è stato un episodio inaccettabile perché, come ho voluto rimarcare, la mafia vive di simboli, e i manifesti funebri fatti affiggere a Petilia Policastro hanno rappresentato quasi un inchino delle istituzioni alla memoria di Rosario Curcio, condannato all’ergastolo in via definitiva per aver partecipato all’omicidio e alla distruzione del cadavere di Lea, colpevole di essersi ribellata ad un destino di ’ndrangheta. Il sindaco si è poi scusato e ha spiegato la vicenda con una sorta di automatismo valido per tutti i concittadini. Ma nell’immediatezza aveva giustificato l’affissione del manifesto parlando di discriminazione e di uguaglianza di tutti davanti alla morte”.  

“Io ho voluto rimarcare che Lea Garofalo e l’uomo che bruciò il suo corpo per farlo sparire non sono uguali, neppure davanti alla morte – aggiunge Ferro -, chi rappresenta le istituzioni deve scegliere sempre da quale parte stare, e senza dubbio il sindaco ha mostrato di scegliere la parte sbagliata. Un messaggio molto brutto, soprattutto per i giovani di Petilia”.  

A pochi giorni dalla commemorazione della strage di via D’Amelio, in cui il 19 luglio del 1992 persero la vita Paolo Borsellino e gli Agenti della scorta, il sottosegretario Ferro si sofferma anche sulle polemiche sorte in questi giorni intorno al dibattito sul concorso esterno in associazione mafiosa. “Il governo Meloni – spiega – ha fin dall’inizio scelto la strada della fermezza rispetto a capisaldi della nostra legislazione antimafia, come l’ergastolo ostativo e il carcere duro. Il governo ha indicato con estrema chiarezza da quale parte stare: quella del contrasto alle mafie, della tutela delle vittime, del rispetto del lavoro di magistrati e delle forze dell’ordine che con grandi sacrifici e rischi personali combattono le organizzazioni criminali. Giorgia Meloni ha più volte ricordato come il suo impegno in politica sia nato proprio all’indomani delle stragi in cui vennero uccisi servitori dello Stato come Falcone e Borsellino, le cui intuizioni si sono trasformate in un strumenti normativi che si sono dimostrati imprescindibili nell’azione di contrasto alla mafia. E poi c’è un grande lavoro
che stiamo facendo sul riutilizzo a fini sociali ed istituzionali dei beni confiscati alla criminalità”.  

“Voglio anche essere molto chiara rispetto al dibattito di questi giorni sulla possibile modifica del reato di concorso esterno in associazione mafiosa – chiosa. infine, il sottosegretario Ferro -, non è un tema in discussione, come hanno già ribadito il sottosegretario Mantovano e il sottosegretario Delmastro. Il governo non ha intenzione di dare alcun segnale di arretramento nella lotta alla criminalità organizzata”. 

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