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Ex Ilva, l’appello dei medici tarantini: «Sia data priorità alla tutela della salute. Tumori in aumento»

«Abbiamo alle spalle sessant'anni di convivenza con una fabbrica che lascia dietro di sé una scia di morti a causa dell'inquinamento di suolo, aria e acqua del territorio in cui viviamo». Ad affermarlo sono i medici tarantini in una lettera-appello (sottoscritta da un centinaio di professionisti a cui se ne sono poi aggiunti altri) inviata…

«Abbiamo alle spalle sessant’anni di convivenza con una fabbrica che lascia dietro di sé una scia di morti a causa dell’inquinamento di suolo, aria e acqua del territorio in cui viviamo». Ad affermarlo sono i medici tarantini in una lettera-appello (sottoscritta da un centinaio di professionisti a cui se ne sono poi aggiunti altri) inviata alla premier Giorgia Meloni per chiedere che «la gravissima crisi dell’ex Ilva» sia affrontata «oltre che dal punto di vista socio-economico, anche da quello della salute dei cittadini di Taranto».

Nella lettera si richiamano «gli innumerevoli studi scientifici che dimostrano come le sostanze inquinanti di questa industria siano causa di malattie sia per i lavoratori impiegati nella fabbrica, sia per i semplici cittadini. Si stima – evidenziano i medici – un aumento di tumori respiratori, di accidenti cardiocircolatori, di tumori della tiroide o della vescica, di tumori dell’apparato emopoietico (Studio Sentieri con il suo ultimo aggiornamento, studio Forastiere del 2019), di infertilità, di endometriosi».

Tra i promotori dell’appello c’è Mariagrazia Serra, referente di Isde-Medici per l’Ambiente che spiega di aver «inviato il documento alla presidente del Consiglio tramite pec, accludendo le firme che avevo raccolto. Vorremmo partecipare a un tavolo tecnico visto che siamo la voce di chi, con mano, ha assoluta contezza delle malattie che ci sono a Taranto. La missiva è stata sottoscritta da medici di tutti i tipi: dai medici di medicina generale ai pediatri, ai ginecologi. Io, ad esempio, sono oculista. Noi vogliamo rivolgere un accorato appello affinché questa volta sia in primis la tutela della salute a guidare le scelte politiche».

La referente di Isde osserva che «Taranto è inserita tra i Sin, siti di interesse nazionale, non per caso. Sono anni che sono previste urgenti bonifiche sul territorio, ma noi non le abbiamo mai viste e le malattie sono aumentate. Bisogna tener conto dei danni che provoca l’inquinamento sulla salute dei cittadini».

Nella lettera a Meloni si ricorda che «anche la Corte europea dei diritti umani ha condannato nel 2019 l’Italia per la violazione degli articoli 8 e 13» della convenzione e che il relatore speciale delle Nazioni Unite su “inquinamento e diritti umani”, Marcos Orellana, ha inserito Taranto tra le cosiddette “zone di sacrificio” in relazione ai “livelli intollerabili di inquinamento“.

«Come medici – dichiara Mariagrazia Serra – ci siamo allarmati molto anche perchè i disturbi dello spettro autistico sono aumentati nei bambini ed è stata riscontrata la riduzione del quoziente intellettivo dei bambini nati o residenti vicino alla fabbrica. Quindi è necessario assolutamente che la salute assuma priorità nelle decisioni. Non si può privilegiare solo l’aspetto economico. Ci sembrava opportuno far sentire la nostra voce. Vorremmo sederci a un tavolo per parlare con politici che non sanno, ad esempio, che il limite massimo di un inquinante viene stabilito per bambini che pesano 3 chili e mezzo, non per adulti che pesano 80 chili».

Sarebbe «interessante – conclude – far comprendere il punto di vista sanitario. Facciamo i medici sul territorio, siamo coloro che vivono la realtà quotidiana e hanno un quadro preciso dell’andamento della salute a Taranto, che vivono le malattie giorno per giorno. Ad oggi nessun appello è stato ascoltato».

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