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Ex Ilva, Giorgetti conferma: «C’è interesse di altri privati». Gli occhi dell’Ue su Taranto

«Ci sono molti interessati a produrre a Taranto, il più grande insediamento produttivo di acciaio europeo». Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non nasconde la fase “perlustrativa” che sta portando avanti il governo per sostituire ArcelorMittal nella co-gestione di Acciaierie d’Italia. Ieri è scaduto il termine ultimo concesso ai legali di Invitalia e del gruppo franco-indiano…

«Ci sono molti interessati a produrre a Taranto, il più grande insediamento produttivo di acciaio europeo». Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non nasconde la fase “perlustrativa” che sta portando avanti il governo per sostituire ArcelorMittal nella co-gestione di Acciaierie d’Italia.

Ieri è scaduto il termine ultimo concesso ai legali di Invitalia e del gruppo franco-indiano per trovare un accordo che eviti una lunga battaglia legale e, di conseguenza, il rinvio del rilancio del polo industriale di Taranto. «Per fare l’acciaio green – ha sottolineato l’esponente del Governo – servono tanti investimenti e quindi abbiamo bisogno di partner che li facciano insieme a noi questo è il momento della chiarezza e che condividano questa grande ambizione di produrre acciaio in Italia però in modo ambientalmente compatibile».

Parole che vanno nella direzione, oramai scontata, di un futuro senza ArcelorMittal anche se non sono ancora chiari i tempi e le modalità con cui si arriverà a questo risultato.

Un passaggio molto delicato che, notizia di ieri, la Commissione dell’Unione Europea sta osservando con particolare attenzione, al fine di monitorare i progressi nell’affrontare il mancato rispetto della direttiva sulle emissioni industriali. «Le autorità italiane hanno adottato nel 2017 un piano ambientale con l’intenzione di risolvere tali problemi entro il 23 agosto 2023», affermano fonti vicine a Bruxelles. Una scadenza che fotografa i ritardi nella “normalizzazione” della fabbrica tarantina alla quale si aggiunge quella del prossimo maggio, quando scadrà l’affitto degli impianti ad Acciaierie d’Italia da parte di Ilva in amministrazione straordinaria.

Per oggi, intanto, il governo ha convocato nuovamente i sindacati a Palazzo Chigi per discutere dell’esito della “contrattazione” con ArcelorMittal e l’ormai scontata fase di nazionalizzazione della fabbrica. Una amministrazione straordinaria che spaventa i lavoratori, per quanto, con un decreto di tre giorni fa, il Governo ha messo in sicurezza tanto la cassa integrazione per i dipendenti interni quanto i crediti per le ditte dell’indotto, prevedendo poteri più rafforzati nelle mani di un ipotetico commissario.

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