Ancora nessuna decisione ufficiale. Il Cda di Acciaierie d’Italia nelle scorse ore non ha sbloccato la situazione in merito al futuro del siderurgico e, in particolare, al ruolo di ArcelorMittal e del presidente in uscita Franco Bernabé. Quest’ultimo, si ricorda, ha già consegnato nelle mani del governo il proprio mandato e bisogna individuare il suo successore.
Il cda verrà riconvocato la prossima settimana quando tanto il socio privato quanto quello pubblico, Invitalia, proveranno a raggiungere una intesa anche alla luce della richiesta, avanzata dall’ad Lucia Morselli, di ulteriori 320 milioni di euro per garantire la continuità della fabbrica.
A cinque anni esatti dall’inizio della gestione Mittal del gruppo, lo stabilimento tarantino sembra sull’orlo del collasso, senza una linea chiara sul futuro e sugli investimenti ambientali e tecnologici. Bernardo Mattarella, alla guida di Invitalia, ha scritto nelle scorse ore una lettera all’ad nella quale chiede se quest’ulteriore sostegno finanziario sia sufficiente e come tale somma sia stata calcolata.
Il socio pubblico, inoltre, chiede a Lucia Morselli quale sia la situazione di cassa attuale e prospettica tanto di Acciaierie d’Italia quanto della Holding. Gli occhi, dunque, sono puntati sul prossimo incontro del cda perché solo se la situazione di stallo verrà superata sarà possibile convocare l’assemblea della holding per prendere atto delle dimissioni di Bernabé e nominare il nuovo presidente.
L’auspicio è che non accada quanto già registrato un anno fa, con il cda rimasto aperto da novembre a gennaio perché mancava un accordo tra i soci. Intanto la condizione di lavoro all’interno dello stabilimento è sempre più complessa. L’ultimo incidente si è verificato martedì nella centrale energetica del siderurgico. A rimanere ferito è stato un operatore di una ditta esterna che, come precisa anche Acciaierie d’Italia, era «impegnato nel rivestimento delle tubature ed è stato prontamente soccorso dal servizio sanitario interno».
Acciaierie «si riserva di valutare possibili azioni nei confronti della ditta appaltatrice in relazione all’eventuale mancato rispetto delle procedure di sicurezza previste nel contratto di appalto». Un incidente che, però, riaccende il dibattito sulla sicurezza dei lavoratori all’interno della fabbrica. «L’ennesimo infortunio purtroppo dimostra quanto denunciato dalle organizzazioni sindacali, a tutti i livelli politici e attraverso le denunce agli enti ispettivi, di quanto sia carente in azienda il controllo sulla sicurezza dei luoghi di lavoro», sottolinea Vincenzo La Neve, coordinatore di fabbrica della Fim Cisl.
«Cosa ancor più grave è che le organizzazioni sindacali vengano informate molto dopo l’incidente apprendendolo attraverso un comunicato stampa aziendale», conclude il sindacalista. Proprio i rappresentanti dei lavoratori sono i primi a chiedere un cambio di passo nella governance dell’azienda, a cominciare dalla sostituzione di Lucia Morselli nel ruolo di amministratrice delegata. Una matassa che toccherà al governo dipanare in quella che, però, sarà soprattutto la settimana calda della legge di Bilancio. Questioni che si intrecciano tra loro: prima del voto a quella che una volta si chiamava Finanziaria, verranno ascoltati in audizione al Senato anche i lavoratori dell’ex Ilva oltre che di Magneti Marelli, in qualità di società civile.