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Eventi estremi, in un anno +87%: nel 2022 solo in tre regioni più casi che in Puglia

Ieri è stata la giornata internazionale dell’Ambiente, istituita dalle Nazioni Unite nel 1972 a Stoccolma. Il pensiero non può non andare ai cambiamenti climatici che stanno cambiano la vita sulla terra. Gli eventi estremi solo in Italia dall’inizio 2023 sono aumentati del 135 per cento rispetto a quelli di inizio 2022. Gli allagamenti da piogge intense sono…

Ieri è stata la giornata internazionale dell’Ambiente, istituita dalle Nazioni Unite nel 1972 a Stoccolma. Il pensiero non può non andare ai cambiamenti climatici che stanno cambiano la vita sulla terra. Gli eventi estremi solo in Italia dall’inizio 2023 sono aumentati del 135 per cento rispetto a quelli di inizio 2022.

Gli allagamenti da piogge intense sono la tipologia che si è verificata con più frequenza con 30 eventi contro i 16 dei primi 5 mesi del 2022, segnando così un incremento dell’87,5 per cento. Inoltre, da inizio anno sono sei le regioni più colpite da eventi climatici estremi: Emilia-Romagna (36), Sicilia (15), Piemonte (10), Lazio (8), Lombardia (8), Toscana (8). Sono i dati dell’Osservatorio Città Clima diffusi da Legambiente.

La Puglia si trova in coda a questa classifica ma se si guarda ai dati complessivi del 2022 si scopre che solo in Sicilia, Lombardia e Lazio si sono verificati più eventi climatici estremi. «La fotografia scattata dal nostro Osservatorio Città Clima sugli eventi climatici estremi parla chiaro – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – bisogna invertire al più presto la rotta. L’alluvione che ha colpito nelle scorse settimane l’Emilia-Romagna e le Marche, ma anche le violente piogge che si sono abbattute in questi ultimi giorni in Sardegna e in altre regioni d’Italia sono l’ennesima dimostrazione di quanto la crisi climatica stia accelerando il passo causando ingenti danni all’ambiente, all’economia del Paese, e perdite di vite umane. Al Governo Meloni chiediamo un’assunzione di responsabilità perché per affrontare il tema della crisi climatica serve una decisa volontà politica con interventi concreti non più rimandabili per riparare gli errori del passato come ad esempio tombare i fiumi, costruire in aree non idonee o in prossimità dei corsi d’acqua. Ora bisogna voltare pagina e i primi strumenti per farlo sono proprio il piano di adattamento al clima e le risorse per attuarlo, l’aggiornamento del Pniec, una legge contro il consumo di suolo. Senza dimenticare – conclude -che il Paese ha bisogno di più politiche territoriali di prevenzione e campagne informative».  

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