(Adnkronos) – E’ inevitabile che tornino in mente Berlusconi e i Castelli della Loira. Allora, prima nel 2008 e poi nel 2013, c’era Alitalia al centro della campagna elettorale. “Un paese turistico come l’Italia non può restare senza un vettore nazionale. Air France porterebbe i turisti a visitare le bellezze francesi…”, diceva il Cavaliere a fine marzo 2008, pochi giorni prima del voto. Il concetto, “ci rubano i turisti”, è tornato anche cinque anni dopo.
Oggi, invece, Alitalia non c’è più e in campagna elettorale finisce la neonata Ita. “Mi auguro che il presidente Draghi smentisca l’ipotesi di un’accelerazione del processo di vendita di Ita a Lufthansa. È un argomento del quale si sta parlando molto sui media e che ci fa letteralmente sobbalzare visto che il governo è dimissionario e può occuparsi solo di affari correnti. Questo non lo sarebbe affatto”, affonda la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
La tesi, questa volta, è che non spetti a un governo in carica per gli affari correnti affrontare il tema. “Saremmo tutti molto più sereni se arrivasse dal presidente Draghi una sua smentita. Dal 25 settembre in poi tutto potrà cambiare e al rilancio della nostra compagnia aerea di bandiera penserà chi governerà. Ora che abbiamo affrontato sacrifici indicibili per comprimerne i costi, occorre valutare con attenzione la presenza dello Stato nella compagnia e la partecipazione azionaria di altri partner”, avverte Meloni.
La leader di Fdi si riferisce alle indiscrezioni di stampa che ricorrono in queste ore. Il governo di Mario Draghi punterebbe a chiudere la privatizzazione di Ita Airways a ridosso di Ferragosto, comunque prima che si vada al voto il prossimo 25 settembre.
Tecnicamente, i margini per farlo ci sarebbero. Il dossier è regolato in un Dpcm pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 marzo, che prevede i passaggi e i paletti da rispettare. Draghi, anche da premier dimissionario, potrebbe dare il via libera per la trattativa in esclusiva al tandem Msc-Lufthansa. Secondo il Tesoro, azionista unico della newco, offrirebbe migliori prospettive rispetto all’offerta concorrente, quella del fondo statunitense Certares in partnership commerciale con Air France-Klm e Delta Airlines. Lo schema prevede che alla cordata guidata dal Gruppo Aponte andrebbe una quota complessiva dell’80%, col 60% a Msc e il 20% alla compagnia tedesca mentre il restante 20% rimarrebbe nelle mani del Mef.
Diversa qualsiasi valutazione di natura politica. Evidentemente, Meloni è convinta che oltre alle implicazioni tecniche debbano valere anche ragioni di opportunità. E che la partita Ita vada portata nella disponibilità strategica del prossimo governo.