(Adnkronos) – Aveva giurato, tra le lacrime, di essere di “razza ariana” ai soldati nazisti che lo avevano catturato dopo l’avanzata in Russia e per salvarsi la vita si iscrisse alla Gioventù Hitleriana e indossò l’uniforme nazista: Solomon Perel, sopravvissuto all’Olocausto, è morto giovedì 2 febbraio all’età di 97 anni in Israele, come riporta il ‘Jerusalem Post’. Perel tornò alla sua identità ebraica dopo la seconda guerra mondiale e scoprì che suo fratello David viveva già in Israele. Perel lo seguì nel luglio 1948 e combatté sul fronte di Gerusalemme nella Guerra d’Indipendenza.
Molti anni dopo Perel ha raccontato la sua storia nella sua autobiografia ‘Europa Europa’ (pubblicata in italiano da Guanda), che ha ispirato l’ominimo film del 1990 diretto da Agnieszka Holland e interpretato da Marco Hofschneider: ha vinto il Golden Globe 1991 come miglior pellicola in lingua straniera ed è stato anche candidato all’Oscar. Nell’ultimo mezzo secolo Perel ha raccontato la sua storia in una miriade di luoghi diversi ed è stato un attivo educatore sull’Olocausto.
Nato il 21 aprile 1925 a Peine, nella Bassa Sassonia, nel 1935 Sally Perel – così era conosciuto e così si firmava – fugge con la sua famiglia di immigrati ebrei russi dalla Germania e dal regime hitleriano e si stabilisce in Polonia. Qualche anno dopo scoppia la guerra e Sally deve di nuovo mettersi in cammino verso Est, insieme a un fratello che presto si separerà da lui. Si ritrova da solo in Unione Sovietica, viene accolto in un orfanotrofio e poi arruolato nella gioventù comunista. L’avanzata tedesca in Russia, il collasso dell’Armata Rossa hanno per il giovane Sally un’inevitabile e terribile conseguenza: cade nelle mani dei nazisti. Potrebbe, a questo punto, iniziare una breve vicenda di ordinario orrore: l’invio in un lager, la morte nelle camere a gas. La storia vera di Sally Perel prende, invece, un itinerario del tutto inaspettato, quasi ad offrire una nuova dimostrazione della straordinaria ricchezza narrativa che si sprigiona da una guerra, da un grande dramma collettivo.
Il giovanissimo ebreo, infatti, si dichiara di razza ariana e riesce a convincere i suoi catturatori; diventa la mascotte di un corpo di blindati nazisti, e partecipa ad alcuni degli eventi culminanti della campagna russa. Poi, dal fronte orientale viene spedito in Germania e messo in una scuola della Gioventù Hitleriana, dove è educato a quello stesso credo che lo vorrebbe annientare, insieme a milioni di altri ebrei. Sino alla fine del conflitto, in una Germania sempre più devastata, Sally reciterà disperatamente la sua parte in uniforme nazista, e l’eccellente interpretazione, insieme alla fortuna, gli assicurerà la salvezza.
(di Paolo Martini)