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Droga nell’auto per incastrare l’amante: chiesti 4 anni in abbreviato per Filograno. I pm: «Loprieno a processo»

Quattro anni di reclusione è la richiesta della Procura di Bari, nel processo con il rito abbreviato, per l'avvocato barese (potenziale candidato alle comunali con il centrodestra) Gaetano Filograno, accusato in concorso con il collega e amico Nicola Loprieno (consigliere comunale del capoluogo eletto con la lista "Decaro sindaco") di detenzione e spaccio di sostanze…

Quattro anni di reclusione è la richiesta della Procura di Bari, nel processo con il rito abbreviato, per l’avvocato barese (potenziale candidato alle comunali con il centrodestra) Gaetano Filograno, accusato in concorso con il collega e amico Nicola Loprieno (consigliere comunale del capoluogo eletto con la lista “Decaro sindaco”) di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Per Loprieno, i pm Claudio Pinto e Savina Toscani hanno chiesto alla gup Antonella Cafagna il rinvio a giudizio. Nella stessa udienza anche il finanziere Enzo Cipolla, accusato di tentata corruzione in atti giudiziari.

I due avvocati sono accusati di aver fatto in modo che il compagno dell’ex moglie di Filograno, un imprenditore della provincia di Bari, venisse trovato in possesso di droga. Nel 2014 l’imprenditore fu fermato per un controllo dalla Guardia di finanza, il capopattuglia che eseguì la perquisizione fu Cipolla, e nella sua auto furono trovate alcune dosi di cocaina.

Finito davanti ai giudici con l’accusa di spaccio, nel 2017 fu assolto con formula piena.

L’imprenditore, che pochi giorni prima del controllo aveva denunciato Filograno per stalking, dopo l’assoluzione presentò nei suoi confronti una seconda denuncia per calunnia. Loprieno è stato coinvolto nella vicenda da un testimone, mentre dalle indagini non è emerso chi abbia messo materialmente la droga nella vettura. Cipolla, invece, avrebbe chiesto all’imprenditore, nel 2016, 15mila euro per fornire un elenco di domande che l’avvocato avrebbe potuto fargli nel processo. In quella vicenda il militare fu ascoltato come testimone, in modo da smontare l’accusa di spaccio.

Il finanziere nell’udienza di oggi ha reso dichiarazioni spontanee, ammettendo di aver chiesto “scherzosamente” il denaro e ricostruendo il suo ruolo nel ritrovamento della cocaina nella Smart dell’imprenditore. All’udienza è intervenuto anche il procuratore capo Roberto Rossi, che ha sottolineato la particolare gravità del fatto.

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