(Adnkronos) – “Credo che il Governo abbia intenzione di fare in modo di archiviare a tutti i costi la pandemia, facendo i conti senza l’oste, cioè senza il virus. E’ una discreta fuga in avanti” alleggerire ora le regole sull’isolamento dei positivi a Covid, “in una situazione in cui non siamo ancora assolutamente certi di quello che può accadere nei prossimi giorni”. E’ il monito lanciato da Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, che commenta all’Adnkronos Salute la semplificazione in arrivo, prospettata dal ministro della Salute Orazio Schillaci, il quale – parlando di un possibile addio al tampone di fine quarantena – ha evidenziato che dopo 4 o 5 giorni gli asintomatici potrebbero tornare alle loro attività.
“L’osservatorio individuale non ha mai un particolare valore. Ma se dovessi basarmi su questo, l’impressione è che ci sia un discreto numero di infezioni” da Sars-CoV-2 “contratte giusto in questi giorni – osserva l’infettivologo a margine di un appuntamento nell’ambito di BookCity Milano 2022, in cui presenterà ‘Gallipedia’, il libro scritto con la giornalista scientifica Lorella Bertoglio -. Se poi questo si stabilirà come trend negativo oppure no, non lo so e con tutto il cuore mi auguro di no. Però il dato di fatto è che non c’è affatto certezza. Quindi sono ragionevolmente preoccupato, non dico allarmato, da un atteggiamento che sembra davvero voler essere di un ottimismo che non tiene conto di elementi di razionalità che invece dovrebbero essere considerati nei termini e nei modi”.
Galli evidenzia l’importanza di poter monitorare la pandemia. “Se togli l’obbligo” di isolamento e di tampone, sottolinea, “da una parte togli anche ogni possibile informazione per quanto riguarda le eventuali misure di contenimento. E visto che con i vaccini il contenimento non riesci ad attuarlo in maniera completa, è evidente che qualche prudenza in più la devi avere”.
Trattare il Covid come un’influenza “Il ministro dovrebbe guardare i dati. L’influenza, perlomeno quella stagionale, si stima dia 8mila morti l’anno”. “Covid è una malattia che è associata a un numero di morti ancora assai maggiore” dice all’Adnkronos Salute Galli, commentando la riflessione del ministro Orazio Schillaci sulla necessità di “avere le stesse accortezze che avevamo prima per l’influenza” per tornare alla normalità. “Il popolo meno l’informi e meglio è. So che una trovata ministeriale è stata dire che gli italiani sono troppo deboli di nervi per poter sopportare di avere i dati” di Covid “ogni giorno, e quindi oggi abbiamo informazioni sull’andamento una volta a settimana. Ma anche se vediamo le ultime 4 settimane ci sono ancora svariate centinaia di migliaia di casi ufficiali” di Covid “e un numero di morti non proprio trascurabile”.
Per Galli non si può ignorare questo dato. “Rigiratela come volete la frittata – incalza – se vogliamo dire a tutti quanti che va bene così, ok. Certamente siamo in una situazione” diversa “rispetto a prima, abbiamo avuto 23 milioni di infezioni accertate” da Sars-CoV-2 “in Italia, e probabilmente ne balla un’altra decina di milioni, dai 5 ai 10, non accertate. Abbiamo anche una quantità di vaccinati importante e questo vuol dire che si dovrebbe veramente morire molto di meno di questa malattia. Ma non siamo tutti uguali, non rispondiamo tutti allo stesso modo al vaccino e non ci difendiamo tutti allo stesso modo dal virus. Questo va a implicare che bisogna essere in grado di affrontare le cose con razionalità e non a botte di slogan politici”.