Corruzione, manovre illegali su appalti e richieste di denaro alle famiglie dei defunti per i servizi al cimitero di Taranto. Carcere per una persona e arresti domiciliari per altri 7. Si accordavano e attuavano molteplici condotte criminali. Permettevano alla cooperativa sociale di aggiudicarsi illecitamente la gestione dei servizi cimiteriali per alcuni anni, con un importo della gara di appalto di circa 7 milioni di euro. Sarebbe emerso che il gruppo dei necrofori riusciva ad ottenere dai familiari delle persone decedute, direttamente o attraverso l’intermediazione di agenzie funebri o di dipendenti cimiteriali, somme che variavano dai 100 ai 250 euro per ogni singola procedura di tumulazione o estumulazione.
La sospensione per 12 mesi dell’esercizio di ogni facoltà inerente il pubblico ufficio di dirigente di ente pubblico è stata notificata a Barbara Galeone, funzionario della direzione Ambiente, componente della commissione giudicatrice per la gara europea a procedura aperta per l’appalto di gestione dei servizi cimiteriali. Il gip Giovanni Caroli, a quanto si è appreso, ha respinto la richiesta del pubblico ministero Maria Grazia Anastasia di applicazione degli arresti domiciliari nei confronti di altri due dirigenti indagati: il comandante della Polizia Locale Michele Matichecchia e il direttore generale del Comune Carmine Pisano. È stato poi disposto il divieto di esercitare, per 12 mesi, anche per persona interposta, il ruolo di dirigente delle imprese, a Filomena Clarisa Francisco, amministratrice della cooperativa Kratos.
Le indagini sono cominciate ad aprile 2021 a seguito di un incendio, avvenuto nei pressi dell’ingresso principale del cimitero San Brunone di Taranto. Presero fuoco due automezzi di una società che all’epoca dei fatti gestiva, per conto del Comune di Taranto, i servizi cimiteriali.
La vicenda ha coinvolto alcuni dipendenti del Comune e altre persone di una società cooperativa sociale. Tutti ritenuti responsabili dei reati di turbata libertà degli incanti, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e corruzione di persona incaricata di pubblico servizio anche nei confronti dei corruttori. In particolare, sarebbe emerso che alcuni dipendenti del Comune avrebbero modificato i punteggi attribuiti alle offerte tecniche e quindi compiuti azioni per favorire irregolarmente la cooperativa sociale a discapito delle altre che avevano partecipato alla gara. Questo in cambio di elargizioni di denaro.
Scoperta anche un’associazione a delinquere composta da alcuni necrofori in servizio presso il cimitero di Taranto, dipendenti della stessa società. Questi avrebbero effettuato numerosissimi episodi di estorsione aggravata, perché commesso il fatto in più persone riunite, nonché di concussione a danno degli utenti dei cimitero di Taranto nell’ambito dei servizi e delle operazioni cimiteriali.
A tale scopo, avrebbero usato anche la “cattiva fama” di un noto esponente di un gruppo criminale tarantino deceduto dopo la conclusione delle indagini.
Le indagini hanno svelato l’esistenza di una presunta associazione per delinquere, composta da alcuni necrofori in servizio presso il cimitero e dipendenti della società assegnataria dei servizi cimiteriali. «Un aspetto particolare che si evince dall’attività di indagine – è detto in una nota della Questura – è l’odioso spaccato criminale nel quale, soprattutto in situazioni di necessità, si è verosimilmente approfittato di sentimenti di affezione e dolore in cui le persone vengono a trovarsi allorché un familiare viene a mancare». Agli otto arresti si aggiungono poi altre misure. L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Taranto sotto la direzione della Procura.