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Commissioni Pos, quanto costano e perché non si possono azzerare

(Adnkronos) - La battaglia sul Pos nasce come una precisa volontà della maggioranza e del governo Meloni, legittima, di andare incontro alle richiesta di una fetta consistente dell'elettorato, quella degli esercenti, che da sempre si lamenta del costo delle transazioni digitali. Il tentativo di fissare una soglia, 60 o 30 euro che siano, sotto la…

(Adnkronos) – La battaglia sul Pos nasce come una precisa volontà della maggioranza e del governo Meloni, legittima, di andare incontro alle richiesta di una fetta consistente dell’elettorato, quella degli esercenti, che da sempre si lamenta del costo delle transazioni digitali. Il tentativo di fissare una soglia, 60 o 30 euro che siano, sotto la quale diventerebbe possibile non accettare i pagamenti con moneta elettronica, è contestata dalla Commissione Europea. Perché in evidente contrasto con l’impegno ad aumentare la tracciabilità dei pagamenti in chiave lotta all’evasione fiscale. In queste ore, l’attenzione si sta spostando sulle commissioni, con il premier Giorgia Meloni che vorrebbe trovare il modo per ridimensionarle. Ma quanto pesano veramente le commissioni? E sarebbe realmente possibile azzerarle?  

I costi medi delle commissioni dei Pos. Sono calati anche del 40% negli ultimi cinque anni in Italia. Le commissioni per i pagamenti con carta bancomat sono passate dall’1,88% del 2017 all’1,27% di oggi cioè -32%; quelle per pagamento con carte di credito sono passate dal 2,7% del 2017 all’1,6% di oggi, cioè -41%. I prezzi, inoltre, variano da banca a banca, nel settore c’è molta concorrenza.  

I costi fissi per il Pos. Usare il Pos per i commercianti ha anche un costo fisso. Varia secondo le offerte, che includono attivazione e canone mensile. Prendendo ad esempio le due banche più grandi, Intesa San Paolo e Unicredit, i costi fissi di attivazione oscillano da 100 a 200 euro e le spese mensili da 2,90 euro di Unicredit ai 18 euro di Intesa.  

Non ci sono solo le banche. Oltre alle banche, nel mercato dei pagamenti digitali sono entrate, e sono ormai molto diffuse, altri operatori. SumUp, a esempio, propone un costo fisso una tantum senza canone mensile (da 29 euro fino a 149 euro) e applica commissioni dell’1,95 per cento. Le commissioni di Nexi vanno dallo 0,99% all’1,89%, ma con la specifica che fino al 31 dicembre 2023 le commissioni per i pagamenti inferiori ai 10 euro sono rimborsate. E il canone è a zero.  

E’ possibile azzerare le commissioni per legge? No, sarebbe una legge facilmente contrastabile con un ricorso alla Consulta. Le commissioni sono pagate alle banche che offrono il servizio con il Pos da commercianti e partite Iva e ogni transazione ha un costo per le stesse banche. Va ricordato anche che le banche sono aziende private e che non si può imporre per legge di azzerare i prezzi di un servizio che si fornisce. A meno che lo Stato non si carichi di una compensazione, che vorrebbe dire investire risorse, e non poche, sulla misura. Un’altra strada, percorribile, passa per un confronto tra governo e Abi per capire se esistono spazi affinché il settore bancario dia il suo contributo.  

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