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Commercio e turismo, per l’estate mancano all’appello 100mila lavoratori

È allarme nei settori del commercio e del turismo: per la prossima stagione estiva potrebbero mancare all’appello circa 100mila lavoratori su tutto il territorio nazionale. Il problema è noto da tempo, ma a mettere nero su bianco le preoccupazioni delle aziende ci ha pensato un sondaggio condotto da Confesercenti in collaborazione con Swg. Circa il…

È allarme nei settori del commercio e del turismo: per la prossima stagione estiva potrebbero mancare all’appello circa 100mila lavoratori su tutto il territorio nazionale. Il problema è noto da tempo, ma a mettere nero su bianco le preoccupazioni delle aziende ci ha pensato un sondaggio condotto da Confesercenti in collaborazione con Swg.

Circa il 36% delle imprese lamenta la difficoltà di reperire personale che rischia di causare un “buco” nella stagione estiva ormai alle porte. A frenare il lavoro nei due comparti è anche la carenza di candidati, fattore indicato dal 28% delle attività con difficoltà di reperimento. Un dato che le imprese attribuiscono alla visione della stagionalità come precarietà (61% delle risposte). Ma, soprattutto sui giovani, pesa l’impegno nei giorni festivi e prefestivi (60%) e l’idea che nel commercio e nel turismo ci sia poca possibilità di crescita professionale ed economica (55%). A rendere difficile il reperimento di addetti, però, è soprattutto il disallineamento tra offerta e domanda di lavoro. Quasi un’impresa con problemi di personale su due (il 46%) indica infatti come impedimento principale proprio la mancanza di candidati con preparazione adeguata. Fattore minore, invece, è quello economico: solo il 19% segnala di non aver assunto perché non si è trovato l’accordo sui compensi. Nonostante questo, per superare i problemi, il 43% delle imprese ha fatto leva proprio sull’offerta economica, sotto forma di incentivo (27%) o retribuzione maggiore rispetto al contratto collettivo nazionale di riferimento (16%). Il 19%, invece, si è rivolto ad un’agenzia di lavoro privata. Il 31%, però, non è riuscito comunque a trovare gli addetti necessari, e per far fronte alla carenza progetta di tagliere i servizi per i clienti.

«La soluzione – spiega Benny Campobasso, presidente Confesercenti Puglia – potrebbe essere una maggiore flessibilità contrattuale e rafforzare le politiche attive e per la formazione. Se confermate, le misure previste dal DL Lavoro concertate con il Governo relative al rafforzamento delle politiche attive e formazione, vanno nella giusta direzione. La Puglia dovrebbe iniziare a credere maggiormente nel suo futuro turistico. È chiaro ormai che non è più un fenomeno passeggero o legato solo alla stagionalità, ma il comparto merita investimenti e formazione specifica adeguata».

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