(Adnkronos) – “L’acido bempedoico rappresenta un nuovo efficace strumento nell’armamentario terapeutico soprattutto per i pazienti a più alto rischio cardiovascolare che non hanno raggiunto gli obiettivi terapeutici nonostante le terapie ipolipemizzanti in corso, e per i pazienti intolleranti. Questo farmaco è intelligente, ha il vantaggio di poter essere associato a qualsiasi terapia ipolipemizzante, di avere un buon profilo di tollerabilità e di essere facilmente accessibile dal momento che potrà essere prescritto sia dagli specialisti che dai medici di medicina generale”. Così Fulvio Colivicchi, presidente dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) intervenendo alla conferenza stampa “Aggiungere per ridurre: acido bempedoico per chi non r-aggiunge i target di C-Ldl”, tenutasi presso l’Istituto Luigi Sturzo, durante la quale è stato presentato l’acido bempedoico, nuovo anticolesterolo first-in-class prodotto da Daiichi Sankyo.
“Purtroppo, la nostra popolazione al pari della popolazione di quasi tutti i Paesi occidentali ha un’incidenza di ipercolesterolemia piuttosto elevata – spiega all’Adnkronos Salute Colivicchi, che è anche direttore della Cardiologia dell’ospedale San Filippo Neri di Roma -. In Italia nella fascia di età compresa tra i 35 e gli 80 anni oltre il 45% presenta valori di colesterolo che possono essere considerati patologici”. Un aspetto non di poco conto perché l’ipercolesterolemia rappresenta la causa principale nello sviluppo della malattia cardiovascolare aterosclerotica (infarto, ictus). Dunque, “il colesterolo alto è un problema rilevante di salute pubblica – rimarca Colivicchi – . Da qui l’importanza dell’acido bempedoico, poiché la gestione dell’ipercolesterolemia non è semplice nella pratica clinica. I pazienti sono spesso poco tolleranti nei confronti di alcuni farmaci, ad esempio le statine. Quindi avere a disposizione più armi, armi efficaci e sicure per noi è molto importante”.
L’acido bempedoico “è un farmaco intelligente – aggiunge l’esperto – perché ha un’azione selettiva al livello del fegato, riducendo la sintesi del colesterolo, senza generare gli effetti collaterali caratteristici delle statine, e quindi un’arma particolarmente interessante che può aiutarci a controllare i livelli di colesterolo nel sangue”. Oggi contro l’ipercolesterolemia “abbiamo a disposizione 4 categorie di farmaci: le statine, gli inibitori dell’assorbimento del colesterolo, gli anticorpi monoclonali inibitori di una particolare proteina (Pcsk9) e infine l’acido bempedoico che è il primo di una classe di farmaci. Integrando questi quattro elementi – conclude – noi possiamo personalizzare la terapia, ormai possiamo trattare in maniera efficace e sicura tutti i pazienti che hanno livelli alterati di colesterolo nel sangue”.