(Adnkronos) – Spedizione punitiva martedì pomeriggio a casa dell’uomo agli arresti domiciliari per aver travolto e ucciso con la sua auto il calciatore 13enne di origini ghanesi Chris Obeng Abom. Lo si legge sul ‘Corriere del Veneto’. ”Erano una trentina – racconta Begalli al quotidiano, tramite il suo legale Massimo Dal Ben – tutti uomini di colore, la maggior parte con il volto travisato da bandane e t-shirt. Lanciavano sassi contro la porta d’ingresso, la prendevano a calci, pugni e bastonate. Urlavano ‘Vieni fuori che ti ammazziamo, dopo la morte di Chris non abbiamo più niente da perdere”’. Begalli sta scontando i domiciliari a casa della compagna nel comune di Negrar in Valpolicella, nel veronese.
”In quel momento il mio assistito – si legge ancora sul ‘Corriere del Veneto’ – si trovava nella casa della compagna insieme al figlio minorenne della donna, è stato un autentico raid punitivo, gridavano di volerlo uccidere, l’uomo e il ragazzo hanno cercato in ogni modo di bloccare la porta dall’interno per impedire a quelle persone di buttarla giù. Il mio cliente adesso ha la spalla dolorante, alla fine quegli uomini se ne sono andati sentendo che l’aggredito stava chiamando i carabinieri”. Allontanandosi ”però hanno promesso che sarebbero tornati presto a riprenderlo e che non finiva lì, ora sia il mio cliente che il minore che ha vissuto la terribile esperienza insieme a lui sono impauriti e terrorizzati, non sanno come proteggersi e temono che quelle persone tornino presto, magari di notte. Ciò che è appena accaduto – dice l’avvocato – è gravissimo, da giorni l’uomo è destinatario di una pesantissima gogna mediatica, pertanto chiedo per lui e per i suoi familiari più sorveglianza e più tutela, ciò che è avvenuto non deve ripetersi più”.