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Centro disturbi del comportamento alimentare di Lecce, Capone: «Passo avanti per dare speranza»

L'Asl Lecce ha approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica per la realizzazione e la ristrutturazione del centro con ambulatorio intensivo day service e la residenza terapeutica riabilitativa extra ospedaliera nell'ex "Albertini". Ad annunciarlo è stato lo stesso direttore generale dell'Asl Lecce, Stefano Rossi, durante un incontro con le famiglie e le ragazze ospiti…

L’Asl Lecce ha approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica per la realizzazione e la ristrutturazione del centro con ambulatorio intensivo day service e la residenza terapeutica riabilitativa extra ospedaliera nell’ex “Albertini”.

Ad annunciarlo è stato lo stesso direttore generale dell’Asl Lecce, Stefano Rossi, durante un incontro con le famiglie e le ragazze ospiti del Centro disturbi del comportamento alimentare di Lecce, centro di riferimento per tutta la Puglia.

Si tratta di «una bellissima notizia, frutto di un impegno durato anni e che finalmente vede la luce», commenta la presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, che stamattina ha visitato il centro.

«È stato emozionante sentire le testimonianze delle ragazze e dei loro genitori che dopo aver girato l’Italia hanno trovato nel Centro di Lecce un luogo pieno di professionalità e cure, non solo di tipo sanitario, ma anche attraverso percorsi riabilitativi grazie a progetti culturali», afferma Capone, sottolineando che a seguito dell’annuncio del direttore generale dell’Asl Lecce «possiamo dare una certezza alle tante famiglie che ci hanno chiesto aiuto. Senza salute fisica e psicologica non ci può essere libertà».

In Italia sono 3 milioni le persone che soffrono di disturbi alimentari, negli ultimi tre anni sono aumentate del 30 per cento e colpiscono soprattutto giovani tra i 12 e 18 anni.

«Non si può sottovalutare questo dato – evidenza Capone – dal quale emerge inoltre che tra i giovani sono maggiormente le ragazze a soffrire di questi disturbi. Per questo come Regione commissioneremo una ricerca in collaborazione con l’Università per comprendere le cause della maggiore incidenza dei disturbi alimentari sulle donne».

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