(Adnkronos) – Saranno le temperature bollenti, sarà la voglia di socialità magari davanti a un aperitivo: i mesi estivi trainano le vendite di acqua tonica e tè freddo mentre si conferma il trend già positivo delle bevande a ridotto contenuto di zuccheri. “L’estate è partita bene, complessivamente stimiamo per il mercato una chiusura della stagione estiva con cifre superiori a quella del 2019 pre-Covid, il 2% in termini di volumi, nel canale horeca, cioè fuori casa, trainato dalla crescita del turismo – afferma all’Adnkronos il presidente di Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, Giangiacomo Pierini – In linea invece con il passato la vendita per i consumi domestici e nella grande distribuzione”.
“Alcuni prodotti vanno meglio di altri, soprattutto acque toniche e tè freddi, che stanno crescendo trasversalmente: le alte temperature hanno un effetto positivo sulla vendita di tè freddo mentre le acque toniche sono fondamentali per l’unione ad alcolici per gli aperitivi nei locali e in casa – continua – Si conferma poi il trend degli ultimi anni riguardo alle bevande a ridotto o nullo contenuto di zucchero, che crescono più di quelle zuccherate”.
Nonostante la ripresa estiva sul tavolo restano diversi problemi che, per le imprese del settore, rendono il quadro meno positivo. “Da ottobre dello scorso anno assistiamo a un aumento dei costi energetici, stesso discorso per le materie prime che usiamo per il packaging con incrementi tra il 40 e l’80% – spiega Pierini – Ci preoccupa inoltre la scarsità di anidride carbonica, un ingrediente per noi fondamentale: alcune aziende ci segnalano problemi per il reperimento sul mercato e prezzi in crescita. Il rischio è che molte imprese siano costrette a rallentare o sospendere la produzione”. A ciò si aggiunge l’avvicinarsi della data dell’1 gennaio 2023 quando “scatterà la sugar tax: i decreti attuativi sono approvati e se il nuovo governo non dovesse intervenire per cancellarla calcoliamo un incremento della fiscalità del 28% per litro di bevande”, conclude.