Secondo Andrea Scanzi, l’attuale premier Giorgia Meloni sarebbe una “sciagura” per l’Italia e il suo governo una ricorsa di contraddizioni affidate a una «classe dirigente imbarazzante». Un giudizio tranchant sul governo guidato dalla prima donna a Palazzo Chigi che potrebbe partorire una riforma costituzionale «molto pericolosa in termini di rispetto per la democrazia».
Ma nell’anno appena entrato il tema più urgente per il Paese è l’enorme peso del debito pubblico che rischia di condizionare le future scelte economiche governative, posto che i rubinetti europei, dopo la ubriacatura e i copiosi sostegni varati da Mario Draghi alla guida della Bce, si stanno chiudendo e ci si appresta a inaugurare una lunga stagione di contenimento della spesa pubblica. Anche perché, secondo le ultime proiezioni di Bruxelles, «L’Italia sarà penultima in Eurozona per crescita del pil e prima per crescita del debito».
Dunque, nel filone fact checking del libro Scanzi, che elenca tutte le false verità del governo Meloni, s’inserirebbe anche la questione del debito pubblico, cosicché se per tutto l’anno appena trascorso – il primo di vero governo economico dell’attuale governo – meloni ha sempre ripetuto, e con lei in corro tutto il Governo, che il pil dell’Italia cresceva più della media europea, nell’anno appena iniziato l’Italia continuerà a crescere, ma questa volta nel debito pubblico. «Secondo le previsioni della Commissione europea, l’Italia sarà penultima nell’Eurozona per crescita economica: più 0,9 per cento. Leggermente peggio faranno solo la Germania e la Finlandia con un più 0,8 per cento, a fronte di una media europea dell’1,3 per cento. Nel 2025, poi, con un più 1,2 per cento, l’Italia sarà ultima».
Sull’altro fronte, invece, secondo le stime della Commissione europea ciò che crescerà più della media europea sarà il debito pubblico, passando dal 139,8 per cento del pil del 2023 al 140,9 per cento nel 2025. Dunque, esiste una sorta di strabismo economico sul debito pubblico nostrano, dove per Roma sarà stabile, in torno al 140 per cento, mentre le stime di Bruxelles sono più negative, vedendo crescere il debito italiano di oltre un punto percentuale rispetto alle stime del Governo Meloni, con una tendenza preoccupante viste le numerosi tensioni internazionali.
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