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Benzina, la Puglia si conferma la regione più cara: la verde costa 1,969 al litro, oltre 2 euro in autostrada

Non si arresta la corsa del prezzo dei carburanti e la Puglia si conferma la regione in cui gli automobilisti pagano più di tutti. Lo si evince dall’ultimo aggiornamento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. A poco è servito, dunque, l’obbligo per le stazioni di servizio di esporre il prezzo medio regionale.…

Non si arresta la corsa del prezzo dei carburanti e la Puglia si conferma la regione in cui gli automobilisti pagano più di tutti. Lo si evince dall’ultimo aggiornamento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. A poco è servito, dunque, l’obbligo per le stazioni di servizio di esporre il prezzo medio regionale.

Come un mese fa, i 1,969 euro necessari per comprare un litro di verde al self-service è lo stesso costo che si registra nella provincia di Bolzano. Non va meglio ai cittadini Lucani che pagano la benzina 1,963 euro: solo in Calabria, oltre che in Puglia e a Bolzano, si paga tanto.

In autostrada, invece, si superano facilmente i due euro al litro mentre la verde meno cara si paga in Veneto: “solo” 1,921 euro al litro. Prezzi che peseranno sulle famiglie soprattutto oggi, in un giorno di festa in cui allontanarsi da casa diventa una prerogativa. Inevitabile che in molti stiano decidendo di non muoversi.

Secondo l’indagine realizzata da Facile.it, nell’ultimo periodo i prezzi di diesel e benzina sono cresciuti, con incrementi che, da giugno a fine luglio, vanno dal 6% al 12% per il diesel e dal 5% all’11% per la benzina. Considerando una percorrenza di circa 1.000 km e un’auto di fascia media, gli aumenti incidono per circa 5 euro, mentre nella modalità servito la spesa cresce di circa 13-14 euro.

Resta sicuramente più conveniente il treno, dove i prezzi sono rimasti più contenuti rispetto al 200% che si è registrato sui voli. Intanto i gestori delle stazioni di rifornimento restano sul piede di guerra. È ancora il Dl “anti-furbetti”, quello che tra le altre cose ha introdotto l’obbligo di esposizione dei prezzi medi regionali, a finire sotto la lente. «Quando il gestore riapre l’impianto alle 7,00, dopo il riposo settimanale – hanno domandato al Ministero dal Angac-Confsal, in occasione dell’incontro di ieri – è tenuto a comunicare entro le 8,30 il prezzo medio del giorno di chiusura per poi modificarlo dopo tale ora, inserendo quello della giornata lavorativa per evitare la sanzione? l gestore è sul piazzale per dare un servizio al cliente o per eseguire operazioni “inutili” per salvaguardarsi da eventuali sanzioni della guardia di finanza?». Domande che, per ora, restano senza risposta.

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