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Bce rialza i tassi, cresce ruolo banche locali per il credito

(Adnkronos) - Tassi e banche locali. I rialzi dei tassi d’interesse decisi dalla BCE si sono riflessi, come è normale che accada, sui tassi attivi e passivi delle banche. Dal punto di vista della raccolta questo ha consentito di offrire alla clientela prodotti come i time deposit e dal lato degli impieghi ha, tra l’altro,…

(Adnkronos) – Tassi e banche locali. I rialzi dei tassi d’interesse decisi dalla BCE si sono riflessi, come è normale che accada, sui tassi attivi e passivi delle banche. Dal punto di vista della raccolta questo ha consentito di offrire alla clientela prodotti come i time deposit e dal lato degli impieghi ha, tra l’altro, accresciuto il costo di mutui a tasso variabile determinando una nuova attenzione sul tasso fisso. La legge di Bilancio 2023 ha, in proposito, riproposto una norma varata nel 2012 (con durata annuale) che riconosce a talune condizioni (mutui di importo non superiore a 200.000 euro; Isee del mutuatario non superiore a 35.000 euro; regolarità nei pagamenti delle rate) il diritto a passare, con facilitazioni, dal tasso variabile al fisso. Va comunque ricordato che per quanto i tassi sui prestiti si siano adeguati alle mutate condizioni della politica monetaria, essi restano comunque negativi in termini reali e lo sono più di quanto non lo fossero un anno o due fa, ciò per la semplice ragione che la differenza tra tasso d’interesse e tasso d’inflazione è aumentata. In questo quadro, le banche del territorio giocano un ruolo crescente nel dare credito all’economia proprio perché nei momenti di tensione del sistema la concessione di credito sulla base della conoscenza diretta del tessuto economico di riferimento, e non semplicemente sulla base di algoritmi, dimostra tutta la sua efficacia in termini di selezione delle controparti. Un meccanismo questo di particolare importanza nel nostro Paese anche perché risponde ai bisogni oggettivi di molte PMI un settore che continua a costituire, anche dopo la pandemia, uno degli assi portanti del nostro sistema produttivo.  

Noma. In una intervista, a suo modo, clamorosa, al New York Times René Redzepi (lo chef danese di origini albanesi) ha annunciato che a fine 2024 chiuderà il Noma, il ristorante di Copenaghen di cui è creatore e co-proprietario. Noma (acronimo che in danese significa cibo) è da anni considerato di gran lunga il miglior ristorante del mondo e in 20 anni di attività ha profondamente segnato il mondo della cucina di elite e non solo. Redzepi ha ideato e realizzato menù fortemente innovativi, rigorosamente biologici con ingredienti spesso rari e sempre ricercati. Nel tempo Noma è divenuta anche la meta di un importante turismo specializzato legato alla possibilità di poter mangiare nel ristorante numero uno al mondo. Un’esperienza certamente non per tutte le tasche costando almeno 500 dollari a persona. Lo chef ha annunciato che trasformerà Noma in un ‘laboratorio alimentare’ dove lui avrà il compito di sviluppare nuovi piatti e prodotti per una sua operazione di e-commerce. Ma quali sono le ragioni di questa inaspettata chiusura Alcuni parlano di difficoltà crescenti con i costi del personale (che essendo iper-specializzato ha costi molto elevati) e con ritmi di lavoro insopportabili. Ma tra gli addetti ai lavori si parla di una crisi di creatività del grande chef che come tutti gli artisti (perché tale è a tutti gli effetti) attraversa a volte periodi neri che spesso portano poi ad un ‘nuovo inizio’. (di Mauro Masi) 

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