(Adnkronos) – Nella zona euro la crescita dei salari nei prossimi trimestri potrebbe essere “molto forte” in risposta alle pressioni inflazionistiche e alla relativa “notevole” perdita di potere d’acquisto dei consumatori. La previsione è della Banca centrale europea (Bce) che in una anticipazione del prossimo bollettino sottolinea come questa riduzione dei redditi reali stimolerà le richieste sindacali di aumenti salariali.
“La crescita dei salari nei prossimi trimestri dovrebbe essere molto forte rispetto ai modelli storici”, osservano gli economisti dell’Eurotower ricordando come il mercato del lavoro resti ‘solido’ non avendo risentito troppo del rallentamento economico. Al di là del breve termine, comunque, la frenata (se non la recessione) attesa per la zona euro e l’incertezza sulle prospettive economiche per l’area potrebbero “esercitare una pressione al ribasso sulla crescita dei salari”.
Tenendo conto dell’effetto dell’inflazione sulla retribuzione dei lavoratori, il documento conclude che i salari reali per i consumatori “sono ora sostanzialmente inferiori rispetto a prima della pandemia” e avverte che è probabile che diminuiscano ulteriormente nei prossimi mesi. Per la Bce a stimolare la domanda di salari più elevati non sarebbe solo la perdita di potere d’acquisto a causa dell’inflazione, ma anche la rigidità del mercato del lavoro e l’attuale situazione economica. A novembre 2022, il tasso di disoccupazione della zona euro è rimasto stabile rispetto al mese precedente al minimo storico del 6,5%, secondo i dati pubblicati oggi da Eurostat, dati che rappresenta un valore di 0,9 punti inferiore al livello precedente alla pandemia (7,4% a febbraio 2020).
Rispetto agli Stati Uniti, gli economisti della BCE sottolineano che le retribuzioni reali sono in calo in entrambe le aree a partire dal secondo trimestre 2021 anche se la crescita più moderata dei salari nominali nell’area dell’euro nella prima metà del 2022 “ha portato a un più forte calo dei salari reali rispetto agli Stati Uniti.” In particolare, nel secondo trimestre del 2022, il tasso di crescita annuo reale dell’indice del costo del lavoro negli Stati Uniti è stato del -3,3%, mentre nell’area dell’euro è stato del -5,2%. “Guardando avanti, date le differenze nella rigidità del mercato del lavoro, la crescita dei salari potrebbe continuare ad essere più forte negli Stati Uniti che nell’area dell’euro”, conclude l’Eurotower.