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Bari, parla l’ex preparatore Curione: «I playoff si vincono con le gambe. D’Urbano è l’arma in più»

Tecnica, esperienza, personalità, testa, ma anche e soprattutto gambe: l’aspetto fisico sarà uno degli elementi chiave ai playoff. Il Bari si presenta all’appuntamento della semifinale di andata, lunedì 29 maggio, con l’obiettivo di poter ritrovare la brillantezza della prima parte di campionato. Per Duccio Curione, preparatore atletico professionista, con esperienze alle spalle in serie B…

Tecnica, esperienza, personalità, testa, ma anche e soprattutto gambe: l’aspetto fisico sarà uno degli elementi chiave ai playoff. Il Bari si presenta all’appuntamento della semifinale di andata, lunedì 29 maggio, con l’obiettivo di poter ritrovare la brillantezza della prima parte di campionato. Per Duccio Curione, preparatore atletico professionista, con esperienze alle spalle in serie B nel Bari, tra il 2007 e il 2016, e in serie C nel Monopoli, la buona condizione fisica rappresenta un fattore «fondamentale» ai playoff. «Lo dice la storia degli spareggi promozione. La squadra che arriva meglio fisicamente va dritta in A».

Curione, come si prepara un appuntamento così decisivo?

«Il Bari ha il vantaggio di saltare la prima partita. In questo modo può pianificare il lavoro atletico in funzione della semifinale, anche attraverso esercizi individuali, per arrivare all’appuntamento al top. La speranza è che due giocatori molto importanti come Maiello e Folorunsho possano avere la stessa condizione del resto del gruppo. Questa è l’incognita più grande».

Quanto la preoccupa la condizione altalenante di Folorunsho, a causa dell’infiammazione al ginocchio sinistro?

«Sta seguendo un lavoro fisico personalizzato. Il dolore viene costantemente monitorato. Ma è un problema con il quale deve convivere. Per la semifinale mi aspetto un apporto farmacologico per fare in modo che non senta fastidi. La scelta di non convocarlo nell’ultima gara è stata saggia».

Non solo Folorunsho e Maiello, ma anche Cheddira ha dimostrato di essere uomo chiave nel girone di andata.

«È fondamentale che tutti e tre siano al top. Lo dimostrano le loro prestazioni in campionato. Se non fossero in una condizione ottimale il Bari perderebbe tantissimo, in termini di qualità e fisicità».

Gambe, ma anche testa: come si trova il giusto equilibrio per non subire la pressione della posta in palio?

«Se stanno bene le gambe sta bene la testa, e viceversa. Ma il Bari ha dimostrato di poter contare su uno spogliatoio sano dal punto di vista mentale, sempre libero da cattivi pensieri. Questo grazie al lavoro che hanno fatto l’allenatore, Michele Mignani, e il direttore sportivo, Ciro Polito. Questo è un grande vantaggio rispetto ad altre squadre».

Ko il ginocchio di Pucino: si può sperare in un recupero lampo?

«Solo un miracolo potrebbe permettergli di recuperare per un’eventuale finale. Il ragazzo non si sta allenando con i compagni. Di conseguenza anche se fosse disponibile sarebbe difficile impiegarlo in partite così importanti. Sulla semifinale sono pessimista. Per la finale c’è un possibilità, seppur timida».

La voglia di non mancare può essere di stimolo?

«La voglia è determinante, ma poi bisogna fare i conti con l’infortunio e con i tempi di recupero. In queste partite si mette in campo sempre chi è al top dal punto di vista atletico. Pucino per forza di cosa non potrà esserlo».

Quanto conta la presenza del professor D’Urbano (responsabile dei preparatori atletici)?

«La sua autorevolezza ha fatto sì che tutto il gruppo lo seguisse durante la stagione e nel suo biennio. Questo non è sempre scontato nel calcio. Tutti hanno avuto massima fiducia nel prof. Le sue competenze, parla la sua storia, sono state un valore aggiunto per tutto il campionato e sono certo che lo saranno anche nei playoff».

Il ruolo dei veterani.

«L’esempio che hanno dato Di Cesare e Antenucci, gli uomini che hanno fatto da traino ai più giovani, è stato sicuramente importante per raggiungere una condizione fisica superiore a quella di tante altre squadre. Valerio è stato il vero uomo in più di questa squadra, dando un contributo dentro e fuori dal campo, offrendo un altissimo livello per tutto il campionato. Questo è stato uno dei tanti segreti del Bari. A prescindere da come finirà, l’esito della stagione bisognerà considerarlo un successo».

Reggina o Sudtirol: chi eviterebbe in semifinale?
«La Reggina: temo l’entusiasmo che Inzaghi è in grado di trasmettere alla propria squadra. Preferirei quindi il Sudtirol, perché non sta vivendo un buon momento fisico».
Cosa si aspetta?
«La speranza è che il Bari vinca. Ma ci sono squadre altrettanto forti, su tutti Parma e Cagliari».
Un barese tra gli sfidanti del Bari: Vitantonio Pascale, preparatore del Cagliari.
«Siamo amici. Con lui ho condiviso la stessa stanza a Coverciano, durante il corso per diventare preparatore atletico professionista, e l’esperienza a Bari, quando in panchina c’erano Mangia, Nicola e Camplone. Lo conosco molto bene. È una persona sempre pacata, in grado di gestire questi momenti in maniera serena, proprio come il suo allenatore Ranieri. Sono molto simili. La sua professionalità è un valore aggiunto per il Cagliari».

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