Autunno “caldo” per la Bari del pallone. Non bastassero i risultati sportivi deludenti raccolti dalla squadra biancorossa nel campionato di serie B a creare malumore nella “piazza”, ora bisogna fare i conti anche con la dura presa di posizione del tifo organizzato nei confronti della famiglia De Laurentiis.
In città si respira ormai un clima di contestazione che diventa sempre più aspro e che soprattutto, con il passare delle settimane, sale nei toni. Due gli striscioni affissi dagli ultras davanti allo stadio San Nicola nelle ultime 24 ore, entrambi indirizzati alla presidenza della Ssc Bari. L’ultimo in ordine di tempo recita: “Orgoglio e appartenenza non hanno scadenza a differenza della tua presidenza”. Parole che, prendendo ispirazione dal termine per il divieto di multiproprietà prorogato dalla Figc a giugno 2028, danno l’idea di una frattura sempre più netta tra le componenti dei gruppi organizzati e la dirigenza biancorossa.
Spaccatura giudicata insanabile, almeno per il momento. Nel mirino c’è la gestione attuata dalla società di calcio pugliese all’indomani della finale playoff di serie B persa contro il Cagliari, l’11 giugno scorso. Le critiche riguardano soprattutto gli investimenti fatti durante il mercato estivo, reputati insufficienti per l’allestimento di una squadra chiamata a confermare il livello di competitività dimostrato in modo sorprendente e inatteso nella scorsa stagione, chiusa con il terzo posto in classifica e una promozione mancata per soli 120 secondi.
Tra i punti che alimentano il malcontento c’è la mancata trasparenza sulle cessioni al Napoli (club, come noto, anch’esso di proprietà della famiglia De Laurentiis) dell’ex portiere Caprile e dell’ex attaccante Cheddira. Questione alla quale è strettamente collegata la promessa fatta dal presidente Luigi De Laurentiis, secondo i tifosi non mantenuta, di reinvestire le plusvalenze derivanti dai trasferimenti a titolo definitivo dei due gioielli biancorossi nell’ultima sessione di calciomercato. Quest’ultimo altro tema oggetto di critiche espresse nel primo dei tre striscioni mostrati nel petalo centrale della Curva Nord durante la stagione. “Prestiti da elemosinare, niente acquisti di proprietà, non scherzate con la nostra fedeltà”; slogan apparso lo scorso 30 agosto durante Bari-Cittadella (1-1), gara valida per la 3a giornata di campionato, due giorni prima della chiusura delle trattative di mercato a Milano. Un mese dopo il secondo striscione. L’occasione è la partita interna con il Como (1-1): “Amiamo la nostra maglia sudata, pretendiamo programmazione e una società innamorata”. Lo striscione più recente visto al San Nicola (il terzo allo stadio) è anche il più forte dal punto di vista del contenuto e dell’azione simbolica che lo ha accompagnato: “Ssc: vi meritereste questo”, affisso prima dell’inizio di Bari-Cittadella, mentre il tifo organizzato ha lasciato vuoti gli spalti della Nord per i primi 15 minuti della partita.
C’è anche un quinto striscione: “Porta rispetto per chi paga il biglietto”, comparso davanti al San Nicola lunedì sera dopo «il confronto animato» tra un gruppo di tifosi e il presidente Luigi De Laurentiis in tribuna d’onore, nei minuti finali del match Bari-Venezia, terminato 0-3 per i veneti.
Nel frattempo, ormai da mesi, fanno da sottofondo alle gare dei biancorossi, in casa e in trasferta, i cori lanciati dagli ultras con i quali chiedono “un grande Bari” e “un presidente che ci porti in serie A”. Per le prossime settimane si annunciano altri striscioni. Non vengono escluse anche forme di contestazione diverse, come la presenza agli allenamenti e manifestazioni di piazza. La finalità è sollecitare la famiglia De Laurentiis ad effettuare maggiori investimenti in vista del calciomercato di gennaio, con l’obiettivo di risalire in classifica e tornare in lotta per la promozione. Una richiesta manifestata con forza anche dal sindaco di Bari Antonio Decaro attraverso un accorato appello pubblico lanciato in tv, in qualità di «primo tifoso».