Scocca “l’ora x” della resa dei conti per il centrosinistra barese a caccia del candidato sindaco per le comunali 2024. La data da segnare in rosso sul calendario è quella del 20 novembre quanto tornerà a riunirsi dopo gli ultimi rinvii il tavolo politico del centrosinistra allargato. Un giorno prima rispetto all’organizzazione iniziale per consentire la partecipazione dell’avvocato Michele Laforgia che ha chiesto espressamente di partecipare alla riunione dopo essersi candidato ufficialmente al dopo Decaro.
E proprio per neutralizzare l’assalto dei partiti che lo sostengono, sinistra progressista e indirettamente i Cinque Stelle contrari alle primarie, il Pd ed il resto degli alleati stanno studiando le contromosse. A partire dalla presentazione di un candidato unitario nel Pd, che rivendica il diritto di scelta, e nel tentativo di superare lo stallo fra i tre papabili dem in campo, l’onorevole Marco Lacarra e gli assessori comunali uscenti Paola Romano e Pietro Petruzzelli.
Sarà Petruzzelli il nome condiviso che il segretario pugliese Desantis insieme al coordinatore cittadino Todaro caleranno sul tavolo e su cui dovrebbe convergere anche il movimento Con. Il via libera arriverà due giorni prima, il 18 novembre, nell’ambito dell’assemblea cittadina del Pd convocata proprio per assecondare i desiderata della segretaria Schlein che ha chiesto di convergere su un solo candidato anche in caso di primarie escludendo obbligatoriamente gli altri due.
Non a caso a seguire i lavori dell’assemblea ci sarà anche il capogruppo al Senato, Francesco Boccia, braccio destro di Elly. A Petruzzelli si è arrivati dopo una serie di incontri riservati ed un vorticoso giro di telefonate e messaggi nei giorni scorsi fra il Nazzareno e il Pd pugliese con l’avallo del sindaco Decaro e del governatore Emiliano. A quel punto resteranno in campo Laforgia e Petruzzelli, ma come arrivare a sintesi considerando il rifiuto delle primarie del penalista barese? Le risposte arriveranno proprio dalla riunione del 20.
I più pessimisti parlano di rottura annunciata con il centrosinistra diviso fra due candidati con il rischio concreto di perdere palazzo Dalfino dopo un ventennio di dominio assoluto. Gli ottimisti, invece, confidano in una soluzione pacifica. In questo caso la carta Petruzzelli sarà la mossa per stanare le reali intenzioni di Laforgia sulle primarie. Se continuerà a rifiutare la consultazione ai gazebo il Pd prenderà tempo riservandosi di presentare un altro candidato, un profilo autorevole da presentare in un secondo momento in un clima meno incandescente di quello attuale.
Altro passaggio delicato sarà quello sulla scelta delle primarie. Il voto ai gazebo sinora ha diviso il centrosinistra con Pd, Azione e Con che vedono nella consultazione l’unico strumento democratico per far sintesi tra più nomi. Di parere opposto il resto della coalizione, a partire dai Cinque Stelle chiedono un accordo politico da raggiungere al tavolo di trattativa. Un’accelerata sul punto l’ha data proprio l’avvocato Laforgia esprimendo parole di fuoco contro le primarie considerate a rischio di infiltrazioni criminali. Un’uscita forse sopra le righe che ha creato imbarazzi e malumori nel Pd, ma in realtà anche all’interno della galassia sella sinistra vicina a Laforgia.