No agli accordi politici fatti al bar: «preferiamo le discussioni pubbliche». No ad un’altra proroga del tavolo di coalizione: «è una strategia per farci perdere il vantaggio accumulato in questi mesi». E soprattutto no alle primarie: «Sono uno strumento nelle mani della criminalità organizzata».
Queste, in sostanza, le parole di Michele Laforgia, presidente dell’associazione politica “La Giusta Causa”, intervenuto ieri in occasione dell’ennesima riunione della Convenzione nella Casa del Popolo, che promette di sedersi in prima persona al prossimo tavolo di coalizione. Posizioni decise, che fanno breccia nell’infuocato dibattito che in questi giorni coinvolge il centrosinistra barese, in vista delle amministrative del 2024.
Alla riunione hanno partecipato tutte le sigle della Convenzione, assieme al Movimento Cinque Stelle. Grande assente, invece, il Partito democratico, che pure, stando a quanto dichiarato dai componenti della Convenzione, era stato invitato. Le realtà presenti alla Casa del Popolo convergono sulla candidatura di Laforgia, soprattutto dopo l’accelerata impressa alla discussione da Mimmo Lomelo (Europa Verde).
«Chi ci vuole rallentare – spiega Lomelo – è il frutto di un movimento civico e fu scelto come candidato di un’associazione fuori dai partiti». Il riferimento, poco velato, è a Michele Emiliano, che venerdì scorso ha detto no al candidato “outsider” proveniente, cioè, fuori dai ranghi della politica.
All’endorsement per Laforgia si è aggiunta anche l’associazione Casa del popolo, che ha invitato i componenti della Convenzione a sciogliere il nodo su come il penalista entrerà nel dibattito: sarà una candidatura autonoma o un candidato da presentare alle primarie? Questioni che rimangono aperte, soprattutto dopo l’intervento di Riccardo Montingelli di Progetto Bari che, per superare l’impasse del centrosinistra, ha proposto alla coalizione di azzerare tutte le candidature in campo. Chiara, invece, la posizione sulle tempistiche: il Partito democratico deve portare al tavolo di coalizione un nome (al massimo due) entro la metà di questo mese. Linea condivisa anche dal M5s, con il coordinatore Raimondo Innamorato.
«Questo per noi è un esperimento – ha dichiarato Innamorato – riteniamo di poter valutare i profili nel prossimo tavolo politico, che chiediamo sia convocato il prima possibile». Laforgia, dal canto suo, ha confermato la sua disponibilità a candidarsi. «Sono a disposizione del centrosinistra non da luglio, ma da 48 anni, da quando, cioè, ho fatto la mia prima esperienza politica». Il penalista ha inoltre ribadito un secco no alle primarie. «Da qui ai prossimi anni – ha dichiarato Laforgia – la città si troverà a gestire fiumi di denaro. Questi soldi hanno un solo problema: la legalità. Il problema della sicurezza, in questa città, è rappresentato dalla criminalità organizzata che domina ancora i territori, anche se non ne parla nessuno perché contraria all’idea di città di un certo tipo. Ma è la criminalità che gestisce le primarie: vogliamo davvero scegliere chi gestirà questo flusso di denaro attraverso esse?».
Infine, Laforgia ha inviato un messaggio chiaro ai vertici del centrosinistra. «Io non prendo ordini da nessuno – ha dichiarato il penalista – non si governa una grande città facendo accordi ai tavolini dei bar: la discussione la facciamo in altre parti, come questa Casa del popolo dove tutti possono ascoltare».