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Antinflazione, frenano i costi ma «la Puglia spende meno di 5 anni fa a tavola»

Nel primo mese dall’entrata in vigore del patto antinflazione aumentano di appena il 2,8%, rispetto al +13,8% del mese precedente, i prezzi della verdura. Frena l'aumento dei costi dei prodotti alimentari ma la famiglia pugliese tira la cinghia e a tavola spende meno di 5 anni fa. In Italia la tavola è una componente importante…

Nel primo mese dall’entrata in vigore del patto antinflazione aumentano di appena il 2,8%, rispetto al +13,8% del mese precedente, i prezzi della verdura. Frena l’aumento dei costi dei prodotti alimentari ma la famiglia pugliese tira la cinghia e a tavola spende meno di 5 anni fa.

In Italia la tavola è una componente importante della spesa familiare che assorbe in media circa il 18% delle risorse con un valore medio mensile per famiglia di 482 euro al mese. Meno di un euro su cinque viene speso per mangiare con un deciso aumento dell’incidenza di altre voci di spesa come abitazione, abbigliamento, trasporti e comunicazioni.

Dall’analisi della Coldiretti Puglia, secondo dati Istat, la voce più pesante nel carrello delle famiglie resta quella della carne e salumi per i quali si spendono mensilmente 104 euro, davanti a pasta, pizza, pane e cereali (76 euro), mentre al terzo posto si piazza la verdura con 61 euro. Seguono – conclude la Coldiretti –  latte formaggi e uova, con 58 euro, e la frutta a 41 euro, poco davanti al pesce (38 euro). In classifica ci sono poi i cibi pronti con 30 euro, lo zucchero e dolci con 21 euro, l’olio d’oliva assieme al burro e gli altri condimenti con 15 euro, oltre a caffè, acqua minerale, bibite.

Analizzando le singole voci della spesa alimentare, il 2022 nel carrello delle famiglie italiane ha visto un aumento rispetto all’anno precedente per alcune categorie come la carne, l’olio d’oliva e lo zucchero e dolci, mentre cala quella per frutta e verdura, pane e pasta, pesce, latte e formaggi.

L’inflazione a ottobre ha registrato un deciso rallentamento spinto anche dalla decelerazione degli alimentari (+6,5%). Ma è sempre l’inflazione che toglie potere d’acquisto alle famiglie. La situazione è preoccupante con i cittadini che hanno tagliato del 5% le quantità di prodotti alimentari acquistate nel 2023 e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. La fiammata dell’inflazione ha costretto le famiglie pugliesi a risparmiare anche sulla spesa alimentare tanto che un nucleo familiare spende a tavola in media 454 euro al mese per l’acquisto di generi alimentari e bevande, uno dei valori più bassi d’Italia, mentre nel 2018 spendeva 457 euro in media al mese.

Con il patto antinflazione l’obiettivo è rilanciare i consumi in un momento in cui a causa dell’aumento dei prezzi le famiglie hanno tagliato di quasi il 5% le quantità di cibo e bevande acquistate nel 2023. Il patto deve garantire il rispetto della normativa vigente in materia di contrasto alle pratiche commerciali sleali di cui al D.Lgs 198/2021 ed in particolare quella relativa al divieto di vendita sottocosto ed assicurare che non si producano distorsioni nella ripartizione del valore e di una equa remunerazione, a pregiudizio soprattutto delle fasi contrattualmente più deboli, posizionate a monte della filiera agroalimentare.

Occorre infatti evitare che il peso dell’iniziativa si scarichi sugli anelli più deboli della catena salvaguardando i bilanci dei produttori agricoli e degli operatori della trasformazione, industrie e cooperative, che sono stati i più colpiti dall’incremento dei costi di produzione, tutelando il tessuto produttivo e l’occupazione.

Il risultato è che il valore della vendita diretta dagli agricoltori è salito in Puglia ad oltre 700 milioni di euro e coinvolge ormai oltre un’azienda agricola su cinque. Grazie al progetto economico di filiera corta di ‘Campagna Amica’, in Puglia è stata data una risposta alla grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell’ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli, testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei mercati contadini che contano 1.500 giornate di apertura e circa 750 produttori coinvolti.

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