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Andrea Tombolini, il gip: “Ha colpito per uccidere”

(Adnkronos) - Nessun dubbio che la morte di Luis Fernando Ruggieri e il ferimento di due uomini "siano dovuti all'azione volontaria e violenta dell'indagato, che ne voleva la morte". E' uno dei passaggi dell'ordinanza con cui il gip di Milano Patrizia Nobile ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare nel reparto psichiatrico dell'ospedale San…

(Adnkronos) – Nessun dubbio che la morte di Luis Fernando Ruggieri e il ferimento di due uomini “siano dovuti all’azione volontaria e violenta dell’indagato, che ne voleva la morte”. E’ uno dei passaggi dell’ordinanza con cui il gip di Milano Patrizia Nobile ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare nel reparto psichiatrico dell’ospedale San Paolo – con tanto di presidio per evitare le fughe – per Andrea Tombolini accusato di omicidio e di duplice tentato omicidio dopo l’assalto, armato di coltello, all’ipermercato Carrefour di Assago.  

“Nel caso di specie l’indagato ha attinto organi vitali (zona pettorale e toracica)” dei due feriti più gravi (sono cinque in tutto, oltre la vittima) spiega il giudice nel provvedimento in cui sottolinea che vanno considerate “le dimensioni del coltello, che aveva una lama lunga 20 centimetri, e la profondità delle lesioni, che hanno reso necessario un ricovero d’urgenza di entrambi”, ancora oggi ricoverati in prognosi riservata.  

“La qualificazione giuridica di tentato omicidio, allo stato attuale delle indagini, appare dunque corretta alla luce delle modalità dell’aggressione e, in particolare, dell’intrinseca potenzialità lesiva del mezzo usato, della direzione dei colpi e delle regioni del corpo verso cui questi erano diretti. Del resto si tratta di modalità sovrapponibili a quelle che hanno determinato il decesso di Luis Fernando Ruggeri”. Inoltre, “occorre comunque considerare – scrive il gip Nobile – l’ampia confessione resa dall’indagato, che non ha cercato di negare la volontà omicida”. 

“Il carattere brutale ed efferato delle aggressioni e lo sproporzionato livello di violenza fanno emergere una personalità priva di freni inibitori, capace di manifestazioni di incontrollabile e brutale violenza. A ciò deve aggiungersi la considerazione che si è trattato di un raptus improvviso, di cui si ignorano ancora con precisione le cause”. “Pur non essendovi traccia documentale di una storia psichiatrica dell’indagato, difficilmente una furia omicida di tale portata può essersi scatenata all’improvviso, senza alcuna avvisaglia di un qualche cambiamento dei processi cognitivi ed emotivi; e, soprattutto, altrettanto difficilmente può restare un episodio isolato, sia nel caso in cui sia dovuta ad un qualche scompenso psicotico, che a un qualche processo cognitivo o emotivo che non ne abbia inficiato la coscienza e volontà” aggiunge il gip Nobile. 

Per il gip “nell’attesa di un auspicabile accertamento tecnico sull’imputabilità dell’indagato, gli elementi appena evidenziati inducono a ritenere particolarmente elevato il pericolo di recidivanza” e per questo Tombolini deve restare nel reparto di psichiatrica dell’ospedale San Paolo, sotto custodia cautelare. Pur non essendoci traccia documentale di una storia psichiatrica dell’indagato, il giudice ripercorre alcuni avvenimenti: da un passato di dipendenza da droghe all’intervento chirurgico per un’ernia al disco del 10 agosto scorso, quindi “da due settimane avrebbe iniziato a non parlare più e a minacciare il suicidio”. 

Il 18 ottobre si era andato dal medico di base, il quale gli aveva rilasciato un’impegnativa per una visita psichiatrica, che avrebbe dovuto svolgere il 7 novembre. “Il 19 ottobre si è reso protagonista di un primo episodio violento, manifestatosi con danneggiamento di oggetti di casa, come riferito dal padre, scagliati anche contro i genitori (come riferito dalla sorella). I genitori chiedevano l’intervento delle forze dell’ordine e lo stesso veniva condotto in ambulanza al pronto soccorso, dal quale l’indagato si allontanava a piedi, facendo ritorno in casa”, il 26 ottobre contattava personalmente la Croce Rossa, lamentando dolori alla testa e alla schiena e ancora una volta si allontanava poi dal pronto soccorso. 

“Infine, il giorno dell’arresto – si legge nell’ordinanza – è stato sottoposto ad una gastroscopia con sedazione, a seguito della quale, nonostante le rassicurazioni mediche, avrebbe iniziato a maturare pensieri ossessivi ipocondriaci che avrebbero poi scatenato la furia omicida”. 

 

 

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