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Allarme super batteri, in Italia fino a 10mila morti l’anno entro 2050

(Adnkronos) - Cresce l'allarme per i super batteri resistenti agli antibiotici. Se non si affronta il problema, secondo le stime Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) l'antimicrobico-resistenza potrebbe causare entro il 2050 fino a 10 milioni di decessi all'anno nel mondo. E in Italia, che tra i Paesi europei ha una delle…

(Adnkronos) – Cresce l’allarme per i super batteri resistenti agli antibiotici. Se non si affronta il problema, secondo le stime Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) l’antimicrobico-resistenza potrebbe causare entro il 2050 fino a 10 milioni di decessi all’anno nel mondo. E in Italia, che tra i Paesi europei ha una delle più alte prevalenze di patogeni resistenti agli antibiotici, entro il 2050 i morti per batteri resistenti ai farmaci potrebbero raggiungere i 10mila l’anno. Sono alcuni dei dati illustrati oggi al ministero della Salute, durante l’evento ‘Giornata europea e Settimana mondiale per l’uso prudente degli antibiotici’. 

“In Europa, pur a fronte di una riduzione di circa il 20% dell’uso degli antibiotici nello scorso decennio, la situazione delle resistenze a questi farmaci si è aggravata. E’ peggiorata. E l’Italia è purtroppo maglia nera per le resistenze ospedaliere”. Così – citando il rapporto pubblicato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) – il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini. “Un tema su cui è necessaria una consapevolezza analoga a quella del cambiamento climatico”, ha sottolineato.  

Secondo i dati citati in conferenza stampa, il tasso di resistenza agli antibiotici in Italia è 7 volte maggiore di quello della Scandinavia. Il nostro Paese, inoltre, si colloca al quinto posto tra i Paesi ad alto reddito per indice di resistenza a questi medicinali dopo Lettonia, Irlanda, Slovacchia e Spagna. La prevenzione delle infezioni ospedaliere (di cui il 65% è resistente) è ai livelli più bassi d’Europa, ai livelli della Romania. La maggior parte di questi medicinali viene utilizzata a livello territoriale con maggiori percentuali al Sud.  

“Negli ultimi anni – ha ricordato Magrini – il problema è stato preso in considerazione dalle istituzioni internazionali. Il mondo politico è finalmente attento e convergente sulla necessità di fare meglio e di più”. Ovvero: “Scoprire più antibiotici, dare incentivi per farlo, sostenere il settore che non si vuole sia un grande mercato proprio per non favorire il consumo”.  

Da dicembre, poi, ha preannunciato Magrini, “pubblicheremo la traduzione di un documento sulla terapia antibiotica che è stato presentato questa settimana dall’Oms. E’ un testo corposo che tratta tutte le infezioni. Abbiamo deciso, per l’Italia, di estrarre le 10 patologie più frequenti, per il medico di famiglia e per i pediatri. Ci saranno due volumetti, ad hoc per la situazione italiana, e una App sviluppata da una ditta canadese”. In questo modo “ci sarà un testo di riferimento dedicato principalmente alla medicina territoriale, a medici di famiglia e pediatri”.  

 

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