(Adnkronos) – Anche se “il periodo più drammatico, il pericolo più allarmante, è alle nostre spalle, dopo oltre due anni e mezzo di pandemia non possiamo ancora proclamare la vittoria finale sul Covid”, perciò “dobbiamo ancora far uso di responsabilità e di precauzione”. Davanti al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al neo ministro della Salute, Orazio Schillaci, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, approfitta della celebrazione al Quirinale dei ‘Giorni della ricerca’ per ribadire la necessità di non archiviare troppo in fretta un periodo destinato a rimanere nella storia e a non dimenticare che “se oggi possiamo, nella gran parte dei casi, affrontare il Covid come se si trattasse di un’influenza poco insidiosa, è perché ne è stata fortemente derubricata la pericolosità per effetto della vaccinazione”, senza la quale “oggi saremmo costretti a contare molte migliaia di morti in più”.
Parole che richiamano quanto il Capo dello Stato affermò poco meno di un mese fa, il 4 ottobre, ad Assisi, in occasione dell’accensione della lampada di san Francesco, quando la Cei volle ricordare tutti coloro prodigatisi per contrastare il Covid. “La pandemia -disse in quell’occasione- non è definitivamente sconfitta, anche se l’azione dei vaccini e la risposta responsabile degli italiani ne hanno frenato l’espansione, ne hanno ridotto grandemente la pericolosità e hanno salvato la vita a decine di migliaia di persone. Vi sarà ancora bisogno di intelligenza collettiva e responsabilità”.
Concetti ripresi e ribaditi questa mattina. “Dopo oltre due anni e mezzo di pandemia -ha affermato il Capo dello Stato- non possiamo ancora proclamare la vittoria finale sul Covid. Dobbiamo ancora far uso di responsabilità e di precauzione. La Sanità pubblica ha il compito di mantenere alta la sicurezza soprattutto dei più fragili, dei più anziani, di coloro che soffrono per patologie pregresse. Tuttavia sentiamo che il periodo più drammatico, il pericolo più allarmante, è alle nostre spalle”.
“La scienza -ha scandito il Presidente della Repubblica- è stata decisiva. Come lo è stata la dedizione del personale sanitario, in ogni ruolo. Come lo è stata la solidarietà, nelle sue più diverse espressioni, a tutti i livelli: dai gesti semplici di aiuto tra le famiglie, nelle comunità, alle scelte comuni compiute dall’Unione europea. Senza il grande impegno della scienza per individuare i vaccini, scoperti e prodotti in tempi record, e anche grazie alle scoperte realizzate nella lotta contro il cancro, oggi saremmo costretti a contare molte migliaia di morti in più”.
“Se oggi possiamo, nella gran parte dei casi, affrontare il Covid come se si trattasse di un’influenza poco insidiosa, è perché ne è stata fortemente derubricata la pericolosità per effetto della vaccinazione; della grande adesione alla vaccinazione, dovuta all’ammirevole senso di responsabilità dei nostri concittadini, nella quasi totalità, sollecitati a farvi ricorso dalla consapevolezza di salvaguardare, in tal modo, la salute propria e quella degli altri”, ha concluso il Capo dello Stato, anche in questo caso tornando su un concetto più volte rimarcato durante la pandemia. (di Sergio Amici)