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Al carcere di Foggia 33 nuovi agenti. Sappe contro il comandante Di Candia

A seguito delle tante allarmanti notizie sulle condizioni di degrado nel carcere di Foggia, martedì scorso, il prefetto del capoluogo, Maurizio Valiante, ha incontrato Giuseppe Martone, provveditore dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap) di Puglia e Basilicata, la dirigente della casa circondariale Giulia Magliulo, il comandante pro-tempore Giovanni De Candia, i sindacati di polizia penitenziaria e il…

A seguito delle tante allarmanti notizie sulle condizioni di degrado nel carcere di Foggia, martedì scorso, il prefetto del capoluogo, Maurizio Valiante, ha incontrato Giuseppe Martone, provveditore dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap) di Puglia e Basilicata, la dirigente della casa circondariale Giulia Magliulo, il comandante pro-tempore Giovanni De Candia, i sindacati di polizia penitenziaria e il dirigente generale dell’Asl Foggia, Antonio Nigri.

Sono stati illustrati al prefetto gli aspetti critici, che hanno ridotto al minimo i livelli di sicurezza dell’istituto foggiano. Martone ha confermato l’arrivo di 33 nuovi poliziotti che saranno utili ma non basteranno considerato l’attuale enorme sovraffollamento di detenuti. Nigri ha preso l’impegno di migliorare il servizio di sostegno ai detenuti con problemi psichiatrici, mentre è già previsto l’arrivo di un comandante titolare -atteso da tre anni – di un vice direttore e di tre operatori destinati alla rieducazione dei detenuti. Magliulo ha promesso che farà di tutto per consentire ai poliziotti di poter fruire di qualche giorno di ferie.

Per il sappe «sorpresa e clamore hanno, invece, suscitato le dichiarazioni del comandante De Candia che ha prima negato di essere stato aggredito da un detenuto – il 26 giugno scorso – nonostante alcune certificazioni sanitarie dicano il contrario e, poi, contro ogni evidenza, asserito che non ci sarebbero emergenze particolari nel carcere di Foggia, e che l’istituto funzionerebbe solo grazie a una decina di poliziotti, mentre gli altri non godrebbero della sua fiducia». Per il sindacato si tratta di affermazioni gravissime e ingiustificate, e chiede alla magistratura di valutare eventuali responsabilità nei confronti del comandante. Sollecitando anche un’inchiesta disciplinare per valutare l’attività del comandate Di Candia, raccomandando l’allontanamento «per incompatibilità con il reparto, poiché è inimmaginabile che si possa gestire del personale di cui non si ha fiducia».

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