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A trent’anni dalla strage di Capaci, Triggiano ricorda Rocco Dicillo: torna il “Maggio della legalità”

Dopo due anni di stop per la pandemia, Triggiano riavvolge il nastro con un passato che fa male ma che serve anche da monito per le generazioni presenti e future. Torna il “Maggio della legalità” con l’iniziativa “Capaci di legalità”, in occasione del trentennale dell’attentato che uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie e magistrata…

Dopo due anni di stop per la pandemia, Triggiano riavvolge il nastro con un passato che fa male ma che serve anche da monito per le generazioni presenti e future. Torna il “Maggio della legalità” con l’iniziativa “Capaci di legalità”, in occasione del trentennale dell’attentato che uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie e magistrata Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta, tra i quali il triggianese Rocco Dicillo.

Un calendario ricco di appuntamenti dal 6 al 23 maggio, quando la rassegna si concluderà con un incontro al quale parteciperà anche Michele Dicillo, figlio di Rocco, e il presidente della Regione, Michele Emiliano. A seguire il concerto della Fanfara del 10 Reggimento dei Carabinieri Campania.
Il clou della manifestazione è rappresentato dalla mostra fotografica “Tony Gentile. Memoria senza indulgenza”, che porterà per le vie di Triggiano gli scatti del fotografo, noto soprattutto per quella foto in bianco e nero dei due magistrati, Falcone e Borsellino, divenuta suo malgrado iconica. Quando fu scattata, nel corso di un convegno a Palermo, mai ci si sarebbe aspettati che diventasse l’immagine di due martiri della giustizia.
Il sindaco Antonio Donatelli spiega le ragioni della manifestazione: «Da trent’anni il filo rosso della storia lega la strage di Capaci del 23 maggio 1992 a Triggiano. In quel tragico pomeriggio, insieme a Giovanni Falcone e a sua moglie Francesca Morvillo, persero la vita anche i giovani poliziotti della scorta, tra cui c’era il nostro Rocco Dicillo. Un martire civile che ha segnato il percorso della legalità della nostra comunità che, da quel momento, non ha mai smesso di ricordare quel sacrificio. Significativo il luogo scelto quale teatro naturale di tutte le manifestazioni: il centro storico, cuore della nostra collettività».

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