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A Milano in duemila al presidio davanti Palazzo Lombardia, ‘in piazza finché le cose non cambiano’

(Adnkronos) - "Noi siamo qui per far cambiare la manovra finanziaria che il governo ha varato. Rifiutiamo e respingiamo l'illegittima precettazione che, attraverso il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Salvini, il governo ci ha costretto a subire. Non abbiamo intenzione di fermarci. Continueremo ad essere in piazza finché le cose non cambieranno". Così il…

(Adnkronos) – “Noi siamo qui per far cambiare la manovra finanziaria che il governo ha varato. Rifiutiamo e respingiamo l’illegittima precettazione che, attraverso il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Salvini, il governo ci ha costretto a subire. Non abbiamo intenzione di fermarci. Continueremo ad essere in piazza finché le cose non cambieranno”. Così il segretario generale della Cgil Lombardia, Alessandro Pagano, spiega le ragioni alla base del presidio che ha preso il via questa mattina a Milano, di fronte a Palazzo Lombardia, sede della Giunta regionale. 

Circa duemila, secondo la questura, i lavoratori e lavoratrici che hanno aderito allo sciopero indetto da Cgil e Uil e si sono riuniti dalle 10 di questa mattina per protestare contro la manovra economica: “Oggi -spiega Pagano- abbiamo riadeguato la nostra iniziativa al precetto, ma abbiamo intenzione di andare avanti contestandolo, impugnandolo e facendo valere il diritto di tutti i cittadini di scioperare contro un governo che, per la prima volta nella storia di questo Paese, precetta i lavoratori che manifestano contro una sua manovra”.  

Questa, aggiunge, “è una manovra iniqua, è favorevole agli evasori e non va a prendere dove sono i soldi che servono per le politiche pubbliche. Non risponde all’evasione di salari e pensioni e soprattutto imposta una politica di Stato sociale imperniata su tagli che noi assolutamente rifiutiamo”. Tra le principali richieste, c’è quella di “tornare ad avere una sanità pubblica e universale, un sistema di distribuzione pubblico e universale, un sistema complessivo di diritti che devono tornare ad essere esigibili per tutti i cittadini. Cgil e Uil -conclude Pagano- sono in piazza per queste ragioni e continueranno ad esserlo finché le cose non cambieranno”. 

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