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Medici della Bat salvano paziente dalla “sindrome dimenticata”

Viene denominata «la sindrome dimenticata» perché diventata rara dopo l’avvento della terapia antibiotica, è caratterizzata da tromboflebite settica della vena giugulare che segue un’infezione otorinolaringoiatrica. Il Fusobacterium necrophorum è l’agente eziologico responsabile della sindrome negli adolescenti e nei giovani adulti mentre negli anziani sono coinvolti anche batteri comuni. La mortalità è molto alta, se la…
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Viene denominata «la sindrome dimenticata» perché diventata rara dopo l’avvento della terapia antibiotica, è caratterizzata da tromboflebite settica della vena giugulare che segue un’infezione otorinolaringoiatrica. Il Fusobacterium necrophorum è l’agente eziologico responsabile della sindrome negli adolescenti e nei giovani adulti mentre negli anziani sono coinvolti anche batteri comuni. La mortalità è molto alta, se la sindrome non viene riconosciuta in tempi brevi e trattata con terapie idonee e cure intensive.

Nell’ Uoc di neurologia del presidio ospedaliero di Barletta, un caso di sindrome di «Lemierre» è stato risolto con successo, grazie al lavoro d’equipe intraziendale con una intensa attività di collaborazione, di cui sono stati protagonisti i reparti di neurologia, otorinolaringoiatria, medicina, radiologia di Barletta nonché radiologia e medicina interna di Andria, l’operato è stato divulgato nell’articolo scientifico pubblicato sulla rivista internazionale www.irdrjournal.com specializzata in ricerche significative sulle malattie rare.
Nel caso specifico, la sindrome di «Lemierre», di cui è stata affetta una donna di mezz’età ricoverata lo scorso mese di novembre presso l’ospedale di Barletta, con una tromboflebite settica della giugulare interna che insorge come complicanza di un ascesso peritonsillare ed è in grado di provocare infarti cerebrali, emorragie cerebrali, crisi epilettiche, aumento della pressione intracranica con disfunzione di numerosi nervi, patologia che colpisce solitamente in età adulta ad insorgenza sporadica e di alta mortalità se non trattata in tempi brevi.
«Abbiamo affrontato una situazione fortemente a rischio, afferma il Dottor Maurizio Giorelli, direttore Uoc neurologia del presidio ospedaliero di Barletta e primo firmatario del lavoro pubblicato, che ha riguardato una paziente affetta da una sinusite sfenoidale ed una mastoidite sinistra che le avevano provocato una trombosi settica infettiva della vena giugulare interna di sinistra e di numerosi seni venosi cerebrali. La paziente, risolta la patologia, sta bene ed è in attesa di eseguire un controllo di risonanza encefalo. Una vetrina prestigiosa quella dell’«Intractable & Rare Diseases Research» che evidenzia quanto sia necessaria e proficua la cooperazione tra più reparti di diversi presidi ospedalieri specie nell’affrontare un campo molto articolato, come quello delle malattie rare, che richiede una elevata interazione tra diverse unità ed uno spirito di massima cooperazione».
«Questa pubblicazione – prosegue il dottor Giorelli – ci rende orgogliosi del lavoro d’equipe svolto fra tutti i colleghi co-autori del lavoro che ringrazio per l’esemplare collaborazione virtuosa e funzionale grazie alla quale siamo riusciti a risolvere una così particolare e complessa problematica clinica».

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