Con un algoritmo e grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale si potrà avere una diagnosi precoce delle gravidanze a rischio e intervenire per tempo.
Un team di Fisici e Microbiologi dell’Università di Bari ha sviluppato una tecnica basata sull’intelligenza artificiale per la predizione dei parti pretermine, analizzando dati di microbioma di donne fino alla trentaduesima settimana di gravidanza.
L’algoritmo è stato sviluppato dai ricercatori baresi Sabina Tangaro, Roberto Bellotti, Maria De Angelis, Pierfrancesco Novielli, Donato Romano, Ester Pantaleo, Mirco Vacca, Alfonso Monaco e Nicola Amoroso, ed è risultato tra i tre più precisi, su un totale di 150 algoritmi proposti.
L’algoritmo è stato testato nell’ambito della competizione Dream, un’iniziativa internazionale di crowdsourcing che ha l’obiettivo di risolvere problemi della ricerca biomedica attraverso il confronto in cieco tra le soluzioni sviluppate da gruppi di ricerca indipendenti, su scala planetaria. A livello globale, circa 15 milioni di neonati, l’11% del totale, nasce ogni anno pretermine, cioè prima delle 37 settimane di gestazione. Essi hanno tassi più elevati di morte neonatale, quasi 1 milione di decessi ogni anno. La capacità di prevedere con precisione quali donne sono a maggior rischio di parto pretermine può aiutare gli operatori sanitari a trattarle tempestivamente.