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Morte papa Francesco: «Noi, in viaggio di notte per visitare la tomba del pontefice»

Una fila ordinata e sempre più lunga ha accompagnato per tutta la giornata di ieri il primo saluto dei fedeli a papa Francesco, la cui tomba, nella basilica di Santa Maria Maggiore, è stata aperta ufficialmente alle visite. Migliaia di persone hanno raggiunto Roma, molte delle quali partite dalla Puglia e dalla Basilicata, per rendere…
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Una fila ordinata e sempre più lunga ha accompagnato per tutta la giornata di ieri il primo saluto dei fedeli a papa Francesco, la cui tomba, nella basilica di Santa Maria Maggiore, è stata aperta ufficialmente alle visite. Migliaia di persone hanno raggiunto Roma, molte delle quali partite dalla Puglia e dalla Basilicata, per rendere omaggio al Pontefice.

L’attesa

Fin dalle prime ore del mattino, la coda si è formata sulla piazza antistante la basilica, con una media di attesa di circa due ore per riuscire a raggiungere l’interno. «L’accesso è stato regolato attraverso un percorso preciso: si entra dalla Porta Santa, sulla sinistra guardando la facciata e si percorre un corridoio che conduceva fino alla tomba di Francesco – racconta Annamaria, originaria di Barletta, trasferitasi a Roma per studiare teologia – lì, davanti alla semplice lastra di marmo che ne custodisce il corpo, è possibile sostare solo per pochi secondi, per consentire a tutti di avvicinarsi e rendere omaggio».

Le testimonianze

E sono proprio le testimonianze dei fedeli e le loro impressioni a ricostruire una giornata particolarmente intensa. Tra la folla in attesa, le emozioni sono state silenziose ma fortissime. «Ho visto anziani che avanzavano a piccoli passi, sorretti dai figli o appoggiati ai bastoni, famiglie intere che si stringevano in abbracci commossi, bambini portati sulle spalle per non perdere quel momento unico a cui hanno avuto la possibilità di partecipare – aggiunge Annamaria – volti segnati dalla stanchezza e dalla commozione, mani giunte in preghiera, occhi lucidi che cercavano conforto nello sguardo degli altri. In molti si scambiavano un sorriso, un incoraggiamento, quasi a ricordarsi che quell’attesa non era solo fatica, ma anche testimonianza viva di un legame profondo con Papa Francesco e con i suoi insegnamenti».

In coda, infatti, c’erano famiglie intere, gruppi di pellegrini, religiosi e religiose, giovani e anziani. Il passare delle ore ha reso il flusso sempre più lento. Intorno a mezzogiorno, la fila si è allungata sensibilmente. «Nonostante la stanchezza e il caldo – sottolinea Annamaria – tutto si è svolto in maniera estremamente composta, in un clima di raccoglimento e rispetto».

Gli omaggi

Molti hanno portato con sé rosari, immagini del Santo padre, piccoli biglietti di preghiera. «Siamo partiti da Taranto giovedì sera – dice Matteo, arrivato a Roma in occasione del Giubileo degli adolescenti – abbiamo viaggiato tutta la notte con il nostro gruppo parrocchiale. Nonostante la fatica, era importante essere qui». Non tutti, però, sono riusciti a raggiungere la tomba di Bergoglio. Alcuni, provati dall’attesa e dalla stanchezza, hanno preferito sostare all’esterno, per una preghiera.

Come nel caso della signora Beatrice, arrivata da Policoro nei giorni scorsi, in occasione dei funerali del Papa: «Non me la sono sentita di affrontare due o tre ore di attesa. Così mi sono fermata all’esterno, ho recitato il rosario guardando la facciata della basilica. Anche senza arrivare davanti alla tomba, ho sentito che Francesco era vicino. La fede non ha bisogno di troppi gesti: basta il cuore».

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