Una boccata d’ossigeno per tutte quelle famiglie di Potenza che usufruiscono del servizio della mensa scolastica soprattutto alla luce dell’avversa congiuntura sociale ed economica attuale che i nuclei familiari più bisognosi stanno affrontando a causa della pandemia.
L’Amministrazione comunale ha infatti inteso rimodulare grazie ad un provvedimento, le fasce dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee). Sono state infatti previste nuove fasce di reddito scaglionate fino ai 18mila euro, precedentemente il tetto massimo era di 12mila euro. Ad illustrare la proposta approvata in Giunta presso la Sala dell’Arco del Palazzo di Città, oltre all’assessore all’Istruzione, Alessandra Sagarese e il sindaco Mario Guarente, erano presenti il presidente della IV Commissione consiliare permanente Michele Beneventi, i consiglieri di Fratelli d’Italia, Carmen Galgano e Michele Napoli, la capogruppo di “Potenza civica – Guarente Sindaco”, Rosa Lamonea ed il consigliere della Lega Michele Lioi.
Da segnalare l’aumento della soglia che prevede la concessione dell’esonero alle fasce reddituali con un Isee inferiore ai 7mila euro, rispetto ai 5mila precedenti. «E stato compiuto uno sforzo – ha dichiarato l’assessore Sagarese – per andare incontro a quelle che sono le reali necessità delle famiglie potentine più indigenti. Dopo esserci fatti carico del maggior costo Covid per ogni pasto mensa, infatti, abbiamo potuto come Amministrazione mettere in campo un provvedimento di ausilio a favore dei nuclei meno abbienti».
Si tratta di una proposta che approderà nelle prossime ore nelle Commissioni consiliari di competenza e che poi dovrà ricevere il «voto unanime del Consiglio comunale» come auspicato dalla Sagarese. «Questa proposta di deliberazione – ha spiegato il sindaco – tende la mano soprattutto alle fasce più deboli della società ed è il frutto di un lavoro duro grazie al contributo degli uffici, dei consiglieri, dei Caf che ci hanno permesso di ottenere una fotografia precisa della situazione reddituale della nostra città». Il “salto” dello scaglione per l’Amministrazione «avrà un costo che non è soltanto il surplus previsto per il rispetto delle norme anti Covid che si attesta sui 2 euro per ogni pasto, ma è stato deciso di scrivere al bilancio, delle somme per aiutare le fasce più deboli della società».