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Puglia, Emiliano avverte il Consiglio regionale: «Se non modifica lo Statuto, farò un decreto»

«C’è una legge nazionale che dice che sotto un certo livello di popolazione, sotto i 4 milioni nello specifico, si scende a 40 seggi. Se il Consiglio non dovesse adeguarsi a questa legge, io non potrò che applicare la norma nazionale a 40 e quindi indire le lezioni con 40 consiglieri tramite decreto». Ha le…
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«C’è una legge nazionale che dice che sotto un certo livello di popolazione, sotto i 4 milioni nello specifico, si scende a 40 seggi. Se il Consiglio non dovesse adeguarsi a questa legge, io non potrò che applicare la norma nazionale a 40 e quindi indire le lezioni con 40 consiglieri tramite decreto». Ha le idee chiare il presidente della Regione Michele Emiliano, che ieri a margine della seduta del Consiglio regionale, si è fermato a rispondere alle domande dei giornalisti sulla modifica dello statuto.

Lo stallo

La modifica non è stata però discussa durante la seduta dell’aula di ieri, in quanto la VII commissione, Riforme Istituzionali, è terminata per la mancanza del numero legale. «In mancanza di iniziativa da parte del Consiglio che dovrebbe regolare queste materie – ha aggiunto il presidente della Regione Puglia – per evitare di commettere gravi violazioni di legge e di farle commettere anche al Consiglio, il governo regionale ha presentato un disegno di legge per l’adeguamento alla legge nazionale. Dopodiché è evidente che il Parlamento ove voglia abrogare questo meccanismo può farlo e mi risulta che la discussione sia avanzata e anche a buon livello. Ma siccome il Consiglio dei ministri è nel panico in questo momento in cui c’è uno scontro istituzionale violentissimo tra la Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia sulle questioni legate proprio alle elezioni, al terzo mandato, eccetera, e sinceramente ci sarebbe persino da temere che la legislatura non arrivi alla sua conclusione naturale per la violenza di questo conflitto, il rischio che la Puglia rimanga senza la modifica c’è». Da qui le motivazioni del governatore che ha preferito «mettere in condizione il Consiglio regionale di adeguarsi alla legge nazionale e ho anche precisato che laddove il Consiglio non lo dovesse fare, io non potrò che applicare la norma nazionale a 40 e quindi indire le lezioni con 40 consiglieri».

La prossima mossa

«Se non dovessero modificare lo statuto – ha ribadito Emiliano – sarei nella condizione di violare o lo statuto o la legge nazionale che impone i 40 seggi. Dovendo scegliere io, sarei costretto per giurisprudenza costituzionale a scegliere di dare prevalenza alla legge nazionale rispetto allo statuto che il Consiglio ancora non adegua come avrebbe dovuto. Esiste un principio che si chiama principio di primazia che la Corte costituzionale ha ben definito e per il quale anche un’assemblea legislativa regionale si deve adeguare alle normative nazionali che il governo ha imposto come prioritarie e fondamentali».

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