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A Barletta le amministrative, Delvecchio: «No ai soli interessi dei singoli»

Si avvicinano le elezioni amministrative e l’unico candidato sindaco per la città di Barletta è l’ex sindaco Cosimo Cannito. Mentre una parte del Pd (che pare faccia riferimento al consigliere regionale Filippo Caracciolo) è aperta al confronto «con tutte le forze popolari, democratiche e riformiste della città», ha ha fatto sapere la segretaria del Pd…
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Si avvicinano le elezioni amministrative e l’unico candidato sindaco per la città di Barletta è l’ex sindaco Cosimo Cannito.

Mentre una parte del Pd (che pare faccia riferimento al consigliere regionale Filippo Caracciolo) è aperta al confronto «con tutte le forze popolari, democratiche e riformiste della città», ha ha fatto sapere la segretaria del Pd locale, Rosa Cascella, a margine di un incontro svoltosi nei giorni scorsi a Barletta con il segretario regionale del Pd Marco Lacarrra, la senatrice Assuntela Messina e il capogruppo Pd in regione F. Caracciolo, un’ altra parte del Pd (che fa riferimento al consigliere regionale R. Mennea) appare poco propensa a simili aperture, specie verso «i transfughi trasformisti che hanno determinato la sconfitta del centrosinistra nelle scorse elezioni» per dirlo con le parole di Mennea.
Un confronto, quello chiesto dal direttivo Pd, al quale hanno già risposto favorevolmente il gruppo di “Cantiere Barletta”, “La Buona Politica” e “Puglia Popolare” quest’ultima riconducibile all’ex consigliere comunale G. Bufo. Non solo, anche le forze politiche di centrodestra (Forza Barletta, Scelta popolare, Lealtà e Progresso ovvero le liste civiche che un tempo sostenevano Cannito) sembrano accogliere con interesse l’invito del Pd.
Ad intervenire è il dottor Dino Delvecchio ex consigliere comunale (Pd), nella precedente assise consiliare, ed ex candidato sindaco nel 2018 della coalizione afferente al Pd.
Lei è favorevole ad eventuali aperture “a destra” (sul modello Emiliano) da parte del Pd?
«Le aperture non sono il problema si tratta semmai di definire modalità, attori, idee, programmi in maniera chiara e pubblica. Il problema è il trasformismo piegato agli interessi dei singoli».
Nel 2018 è stato candidato sindaco potrebbe riproporsi anche stavolta?
«Sono stato candidato in un momento in cui era necessario affermare il ruolo dei partiti contro la deriva populista e faccendiera della politica locale. L’ho fatto con orgoglio e dignità per difendere il diritto a pensare fuori dal gregge. I fatti mi hanno dato ragione. Al momento non sono candidato».
Il tema ambiente è stato una delle sue priorità nel 2018, ad oggi cosa è cambiato? Quali punti metterebbe in campo per la città di Barletta?
«La città è peggiorata, nulla è stato fatto per la tutela dell’ambiente. Traffico, viabilità, promozione delle energie rinnovabili e di sani stili di vita, controllo degli agenti inquinanti, aree verdi, aree pedonali, promozione di una cultura ambientale tra i giovani: nulla. Le priorità sono sostanzialmente le stesse del 2018».
Cosa vorrebbe dire al prossimo sindaco di Barletta?
«Chi si candida come prossimo sindaco ha il dovere prioritario a tutelare la salute dei cittadini e soprattutto avere una visione dello sviluppo sociale, civile ed economico dell’intero territorio. Faccio inoltre un appello al senso civico dei barlettani, basta con i politicanti, stavolta bisogna dare una svolta concreta a questa città».

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