“Perché?” è la domanda clou di Emma Taveri, 37 anni, brindisina, esperta in destination marketing e management a impatto sociale con esperienza internazionale per importanti marchi dell’industria dei viaggi e, dal 2021, assessora al Turismo, Marketing Territoriale e Creatività per il Comune di Brindisi. Perché scegliere una destinazione piuttosto che un’altra per le vacanze? Perché un territorio non viene considerato fra le opzioni possibili? Perché tanti investimenti pubblicitari finiscono nel nulla? A queste domande lei sa come rispondere, trovando la chiave giusta per aprire le porte del turismo sostenibile dei luoghi a cui si dedica, risollevandone le sorti. Due anni fa, decide di non subire la crisi pandemica ma di “essere cambiamento”: lascia Londra e torna a casa, per mettere le proprie competenze a disposizione della sua città e aiutarla a trovare i suoi “perché”.
Dopo il successo di “muSEAc – Musica Vista Mare” dell’anno scorso (tre concerti di star della musica italiana, organizzati in un capannone dismesso, il Montecatini), il 2022 sarà l’anno della nuova “Biennale del mare contemporaneo” della Fondazione Mudima (www.mudima.net/, che ha scelto Brindisi per la sua realizzazione): una rassegna di arte contemporanea di respiro internazionale che si svolgerà da maggio a settembre coinvolgendo nomi importanti della scena creativa mondiale, come Yoko Ono e Sebastião Salgado.
Emma Taveri, perché la Biennale del mare?
«Perché è il proseguimento del racconto di speranza, creatività, partecipazione e mare che abbiamo intrapreso; l’applicazione concreta di una filosofia che porto con me da tempo, in particolare rispetto alla necessità, non solo di promuovere i territori e comunicarli, ma (soprattutto in considerazione della pandemia e delle riflessioni sui modi di vivere che ha portato con sé e che tutte e tutti stiamo facendo) di qualcosa che vada a migliorare la vita delle persone: quindi viaggi trasformativi, alla ricerca di mete culturali e creative identitarie, in cui poter essere il cambiamento, e agirlo, partecipando alla vita: di quei luoghi e delle persone che li abitano».
In un recente articolo del New York Times si parlava di mete in cui viaggiatori e viaggiatrici possono fare la differenza. È la nuova tendenza?
«È la nuova realtà: un cambiamento epocale, in cui le destinazioni stanno trasformando il modo di proporsi. Il periodo che stiamo vivendo ha mostrato la poca sostenibilità del modello del turismo di massa; mentre emergono nuove destinazioni, come borghi, mete rurali, naturali, comunque alternative, dove la creatività al servizio della cultura e dei territori gioca un ruolo importante».
E la Biennale rispecchia tutto ciò?
«Sì, con la creazione di nuove attività, eventi ed esperienze: attivatori di contenuti, in grado a loro volta, di accendere i riflettori su spazi in disuso, rigenerando loro e la città, grazie alla squadra istituzionale e al coinvolgimento attivo di tutta la comunità».
Qual è la chiave di lettura?
«Quello che stiamo comunicando con sincerità è Brindisi come metafora del cambiamento possibile, punto di arrivo e ripartenza dal mare, dimostrando che si può fare. Provando a giocare il nostro ruolo nonostante non siamo stati, finora, nelle mappe delle scelte turistiche; e lo facciamo con un nostro “prodotto”, una nostra indipendenza, un nostro racconto, un nostro perché, peraltro in linea con i tracciati della Comunità Europea».
Cosa sono Brindisi e la Puglia per lei oggi?
«Le mie radici, il posto dove voglio essere ed essere cambiamento. Non credo ci siano posti al mondo migliori in cui condividere con il territorio ciò che abbiamo appreso fuori. Sono felice di essere rientrata, come molte altre persone che ogni giorno fanno la differenza».
Ha un sogno nel cassetto?
«Ho un cassetto pieno di sogni» esclama con gioia. «Fra tutti, che Brindisi possa veramente rinascere e che tutto quello che seminiamo possa crescere attraverso la cooperazione. Oltre che scelti per la Biennale, di recente siamo stati citati dal The Guardian tra le migliori scoperte del 2021, dalla RAI di BellItalia, e scelti per la “Civic Challenge” (la sfida di Fondazione Mondo digitale e Facebook Italia volta a lanciare una “trasformazione digitale” dopo la pandemia in sei diverse località italiane) con il nostro Molo Catene per una futura riqualificazione. A chi non l’ha ancora fatto, dico che oggi è il momento di tornare. Abbiamo la nostra città da cambiare. Ed io ho l’abitudine di realizzarli i miei sogni». E, nel suo sorriso sincero e determinato, si apre la risposta ai suoi “perché”.