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Droga, quintali di cocaina ed eroina in Puglia: scoperta la rotta Sud America-Albania-Bari – VIDEO

Arrivava dalla Turchia e dall’America Latina la droga (in particolare eroina e cocaina) che, poi, dall’Albania veniva trasportata sulle coste pugliesi per rifornire le organizzazioni locali – in particolare il clan Palermiti del quartiere Japigia – che, effettuate le operazioni di taglio e confezionamento dei panetti, la distribuivano tra le province di Bari, Brindisi e Lecce.

È quanto emerso nel corso delle indagini coordinate da Eurojust e dalla Direzione nazionale antimafia che ha portato oggi all’esecuzione di 52 arresti tra Albania e Italia. Misure cautelari eseguite dalla Dia di Bari e dalle autorità albanesi con l’ausilio dell’Interpol ed emesse dal gip di Bari Francesco Vittorio Rinaldi e richieste dalla Dda di Bari e dalla Procura anticorruzione di Tirana (Spak).

«Combattere il crimine in Italia o in Albania è la stessa cosa, e abbiamo la piena consapevolezza che le autorità investigative albanesi, in particolare la Spak, sono solidamente e fortemente capaci di perseguire i reati con noi», ha detto il procuratore di Bari Roberto Rossi nel corso della conferenza stampa organizzata a Tirana. «Questa vicinanza e questa forza comune tra le Procure è molto importante», ha aggiunto Rossi, sottolineando che «la mafia albanese ha una forza internazionale enorme, ma siamo certi che il popolo albanese attraverso la sua procura e i suoi giudici sarà capace di estirpare questo cancro».

Le indagini, che hanno portato anche al sequestro di beni per diversi milioni di euro, hanno documentato l’utilizzo, da parte degli indagati, della piattaforma Skyecc, attraverso la quale venivano presi accordi – con chat considerate sicure, ma decriptate dagli inquirenti – relativamente a «innumerevoli rifornimenti» di droga (255 chili tra eroina e cocaina pure), come scrive la Dia in un comunicato, «effettuati tramite corrieri internazionali».

Gli inquirenti spiegano che «è stato ricostruito un “flusso” ininterrotto di denaro contante dalla Puglia all’Albania, a pagamento dello stupefacente commercializzato all'”ingrosso”, avvenuto tramite autisti di autobus di linea internazionali, le cui illegali transazioni, per un importo complessivo di 4,5 milioni di euro, hanno consentito alle autorità albanesi di contestare il reato di riciclaggio».

Le indagini hanno permesso di accertare diversi pagamenti in contanti della droga avvenuti a Bari, per importi anche superiori a mezzo milione di euro, ma anche il trasferimento di oltre 500mila dollari dall’Albania all’Ecuador per l’acquisto di una partita da 500 chili spedita dalla città di Guayaquil.

Le misure eseguite in Albania hanno riguardato anche i vertici di una potente famiglia egemone nella città di Durazzo, un comandante e un agente della polizia albanese, un avvocato e sei autisti di autobus di linea. Tra i beni sequestrati in Italia ci sono nove appartamenti, quattro società, sette conti correnti e tre auto. In Albania, invece, sono stati sequestrati diversi immobili, due società di costruzioni, quattro ristoranti di lusso, un’agenzia immobiliare e una rete televisiva.

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