Finisce uno a zero per la Asl di Lecce la lite sulla direzione medica dell’ospedale “Sacro cuore di Gesù” di Gallipoli. Dell’Angelo Custode rimane fuori ed Eligio Catamo rimane saldamente alla guida dell’ospedale. Lo ha deciso la giudice del Lavoro Francesca Costa con un’ordinanza motivata – dei giorni scorsi – espressa a fronte del ricorso presentato da Egidio Dell’Angelo Custode (difeso dall’avvocato Antonio Nichil) che sino a dicembre dello scorso anno è stato direttore facente funzioni dell’ospedale gallipolino. L’ordinanza risponde alla richiesta, ex articolo 700, in via d’urgenza, finalizzata all’accertamento «dell’illegittimità della delibera del direttore generale dell’Azienda Sanitaria di Lecce numero 809 del 4 ottobre 2021 e di tutti gli atti presupposti del procedimento di selezione per il conferimento dell’incarico di direttore medico del presidio ospedaliero di Gallipoli con la quale veniva conferito al dottor Eligio Rocco Catamo l’incarico quinquennale di direttore medico di struttura complessa della disciplina della direzione medica di presidio ospedaliero dell’Ospedale di Gallipoli».
Questa la premessa giudiziaria che si è aperta a seguito della conclusione del concorso per coprire una casella rimasta vacante per troppi anni. In primis va ricordato che anche nel corso dell’incarico di facente funzione nel ruolo di direttore medico, Dell’Angelo Custode è ricorso al giudice del lavoro altre due volte. Nella prima circostanza si è trattato di confutare la nomina di un altro dirigente medico subito dopo l’aspettativa dell’allora direttore medico Bruno Falsea. Anche quel giudizio andò male e rimase in sella un dirigente medico di Maglie, Francesco Carrozzini. “L’interregno” finì con il rientro in servizio di Falsea, ma quando andò in pensione si aprì un nuovo fronte giudiziario. La Asl nominò reggente Gabriella Cretì (direttore medico dell’ospedale di Casarano), Dell’Angelo Custode presentò ricorso e vinse. La Asl non cedette e andò in appello, ma perse anche quel giudizio e Dell’Angelo Custode poté occupare la desiderata poltrona fino alla conclusione del concorso e alla nomina del vincitore.
Da qui la nuova lite sulla quale la giudice Costa ha messo una pesante ipoteca sulla possibilità di procedere nel giudizio con un passaggio che chiude l’ordinanza: «La negativa valutazione del requisito del fumus boni iuris rende ultronea la valutazione del periculum in mora. Il ricorso va, di conseguenza, complessivamente respinto. Le spese vanno compensate in considerazione della complessità della fattispecie esaminata».
L’avvocato Giulio Petruzzi, che ha difeso le ragioni di Catamo, spiega: «È un’ordinanza molto puntuale e motivata, che ha ricostruito la vicenda. In primis il ricorrente riteneva che il direttore sanitario della Asl di Lecce si sarebbe dovuto astenere, perché la valutazione dei titoli non era stata effettuata precedentemente alla prova. Di massima le censure erano rivolte alla riedizione della procedura. La giudice ha fatto una ricostruzione di sistema sottolineando che si tratta di incarichi fiduciari. Siamo pienamente soddisfatti dell’esito del processo».
Il legale di Dell’Angelo Custode sta valutando le motivazioni dell’ordinanza per decidere, con il suo assistito, se ci sono crepe nella decisione che possano offrire uno spiraglio utile alla continuazione dell’iter processuale. La Asl dal canto suo, difesa dall’avvocato Lucio Longo, ha preso atto della vittoria. Per l’utenza e per l’ospedale non cambia nulla visto che il vincitore del concorso, Catamo, era alla guida del nosocomio da più di un mese.
Nel merito le lagnanze di Dell’Angelo Custode, passate allo scanner nell’ordinanza, erano effettivamente mirate a minare il procedimento concorsuale. La presunta illegittimità riguarderebbe l’incompatibilità di Carlà in quanto «a far data dal 2019 il dottor Eligio Rocco Catamo avrebbe lavorato alle strette dipendenze del direttore sanitario nonché in sostituzione dello stesso in materie a lui delegate dal direttore sanitario». In più Dell’Angelo Custode lamentava che Carlà abbia valutato il curriculum di Catamo quale dirigente amministrativo a Copertino.
Per la giudice «appare inconferente il rilievo secondo cui il direttore sanitario si sarebbe dovuto astenere dal valutare il curriculum del dottor Catamo atteso che è proprio il Regolamento aziendale sulla valutazione della Performance” a prevedere che i direttori di presidio sono valutati dal direttore sanitario aziendale. Infine non appare sussistere una incompatibilità del direttore sanitario a far parte della Commissione in considerazione dei rapporti lavorativi intercorsi tra quest’ultimo e il dottor Catamo. Dalla documentazione allegata infatti si evince che con nota numero 146556 del 15 ottobre 2019 il dottor Carlà individuava il dottor Quarta Fabrizio quale suo sostituto in caso di assenza o impedimento laddove la sola circostanza secondo cui il dottor Catamo abbia sostituito il direttore sanitario in alcune materie allo stesso delegate non appare sufficiente ad integrare una situazione di incompatibilità».
Idem per la valutazione dei titoli. Secondo Costa: «Con riferimento alla valutazione dei titoli, quel che deve sussistere è una griglia (e delle eventuali motivazioni) che rendano possibile ricondurre l’ attribuzione dei punteggi alla griglia, con approssimazione logica accettabile, e quindi sindacabile attraverso le diverse figure dell’eccesso di potere».
Sempre nell’ordinanza si legge che la commissione di valutazione, «ha provveduto ad indicare in maniera sufficientemente definita nel contenuto i parametri (criteri e sub-criteri di valutazione) per la valutazione dei curriculum ed a ciascuno di essi ha attribuito un range di punteggio limitato. Di conseguenza, non appare censurabile la scelta della Commissione di limitarsi ad esprimere un giudizio di valutazione meramente numerico nella valutazione dei titoli, omettendo di redigere un qualche giudizio giustificativo del voto, non essendo tenuta a tale incombenza».
Insomma il giudizio respinge tutte le lagnanze premiando l’operato della Asl nella procedura concorsuale. Ora si tratta di capire se il ricorrente vorrà scrivere la parola fine.