Un videomessaggio dalla sala di Palazzo Chigi, in maniche di camicia, alla vigilia del Primo Maggio: Giorgia Meloni sceglie ancora una volta i social per annunciare le intenzioni del governo in tema di sicurezza sul lavoro. Nessun decreto, per ora, ma un impegno: 650 milioni di euro in più, trovati grazie alla collaborazione con l’Inail, che portano il totale delle risorse stanziate a circa 1,2 miliardi.
«Di fronte alle morti sul lavoro il cordoglio non basta», ammette la presidente del Consiglio, citando il capo dello Stato Sergio Mattarella: «Non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione». Per questo, dice, l’8 maggio il governo incontrerà sindacati e associazioni datoriali per raccogliere suggerimenti e rafforzare le misure in cantiere.
Ancora niente dl
Un passaggio di “concertazione” che la ministra del Lavoro Marina Calderone definisce necessario, anche per valutare proposte come quella di un “benefit penale” per le imprese virtuose in materia di sicurezza. Nessun testo è stato portato oggi in Consiglio dei ministri. Il governo, spiega Meloni, vuole prima costruire una “alleanza nazionale” per la sicurezza nei luoghi di lavoro, mettendo insieme istituzioni, datori e lavoratori. Il piano prevede, tra l’altro, l’estensione della patente a punti, già attiva nell’edilizia, ad altri settori, e l’introduzione strutturale dell’assicurazione Inail per studenti e docenti. Attenzione particolare anche al mondo agricolo e alla formazione, considerata fondamentale per prevenire gli infortuni.
Le opposizioni
Ma le opposizioni non ci stanno. «Meloni racconta un Paese che non c’è», attacca la segretaria del Pd Elly Schlein. Per la responsabile Lavoro dei dem, Cecilia Guerra, i dati reali dicono altro: dal 2021 al 2024 i prezzi sono saliti del 19,7%, mentre le retribuzioni contrattuali sono cresciute solo dell’8,6%. «Il divario è spaventoso», commenta. Meloni aveva infatti sottolineato come i salari “reali” siano in crescita, in controtendenza rispetto al passato, con una dinamica “migliore rispetto al resto d’Europa” a partire da ottobre 2023.
Ma i numeri diffusi da Istat ed Eurostat ridimensionano l’ottimismo: gli stipendi sono ancora l’8% sotto i livelli del 2021, e il 9% dei lavoratori full time vive in condizioni di povertà. «Altro che benefit penale, servono tutele vere», tuona il M5S. I capigruppo Ricciardi e Patuanelli criticano duramente l’annuncio di Palazzo Chigi: «Basta decreti spot». Giuseppe Conte ironizza: «Meloni è andata a vivere su Marte, forse con l’aiuto di Musk».
Nel frattempo, però, l’Italia continua a contare vittime sul lavoro ogni settimana. La vera sfida, oltre gli annunci, sarà trasformare i fondi e i buoni propositi in misure efficaci, rapide e condivise. E per questo il prossimo 8 maggio diventa un appuntamento chiave.